MAMMOGRAFIA
La mammografia è l’esame fondamentale per la diagnosi precoce del tumore al seno, l’unico che ad oggi abbia dimostrato di ridurne la mortalità. Si tratta di una radiografia che utilizza basse dosi di raggi X. L’esame dura pochi minuti, non richiede la somministrazione di alcun farmaco o di mezzo di contrasto, e non servono particolari preparazioni.
È in grado di mostrare la struttura delle mammelle e di rilevare lesioni tumorali anche piccole. Queste si possono presentare sotto forma di zone opache dai margini irregolari, di microcalcificazioni o come aree di distorsione della struttura ghiandolare. Per effettuare la mammografia, il seno viene leggermente compresso tra due lastre. Per alcune donne questa compressione può essere dolorosa. Per questo, per chi non è ancora entrata in menopausa, si consiglia di eseguire l’esame tra il quinto e 15esimo giorno dall’inizio del ciclo mestruale, cioè fuori dal periodo ovulatorio, in modo che il seno sia meno teso e dolente.
Lo screening mammografico, è raccomandato alle donne nella fascia d’età tra i 50 e i 69 anni, ma sono sempre di più le Regioni che stanno ampliando questa fascia alle donne tra i 45 e i 49 anni e tra i 70 e i 74, mentre nelle donne più giovani, cioè under 45, rimane possibile solo in presenza
di precisi fattori di rischio, come l’ereditarietà.
La mammografia è controindicata durante la gravidanza, salvo casi particolari.
ECOGRAFIA
L’ecografia mammaria è un esame importante per la diagnosi del tumore al seno, utile soprattutto a completamento della mammografia nelle donne che presentano un seno denso. Nei seni densi, infatti, la sensibilità della mammografia, ovvero la capacità di identificare il tumore, si riduce notevolmente, e l’ecografia permette di migliorarla. L’esame non è doloroso, dura circa 15 minuti, non richiede la somministrazione di alcun farmaco o di un mezzo di contrasto, e non servono particolari preparazioni. L’esame si basa sull’emissione e la ricezione di ultrasuoni a bassa frequenza e alta intensità, che non comportano alcun rischio per la donna che la esegue. Gli ultrasuoni vengono riflessi in modo differente dai vari tessuti che attraversano e mostrano la struttura della mammella, permettendo di individuare eventuali alterazioni, e di distinguere quelle solide da quelle liquide. L’affidabilità di questo esame dipende molto dall’abilità di chi lo effettua. Per questo è importante che sia eseguito da personale esperto presso un centro di senologia. L’ecografia mammaria non ha alcuna controindicazione e può essere effettuata anche dalle donne in gravidanza.
MAMMOGRAFIA CON MEZZO DI CONTRASTO
La mammografia con mezzo di contrasto è una procedura diagnostica avanzata utilizzata per individuare tumori non visibili con le tecniche tradizionali. Questo esame combina la mammografia tradizionale con l’iniezione di un farmaco, ovvero un mezzo di contrasto a base di iodio, che si accumula nelle aree del seno dove sono presenti anomalie.
Prima della procedura, il mezzo di contrasto viene iniettato in una vena del braccio. Successivamente, vengono eseguite le classiche immagini mammografiche che, grazie al mezzo di contrasto, permettono di evidenziare in modo più chiaro eventuali lesioni o anomalie.
Il principale vantaggio della mammografia con mezzo di contrasto è la maggiore sensibilità: questa procedura può individuare tumori che potrebbero non essere visibili con la mammografia tradizionale, soprattutto in seni densi.
Non occorrono particolari preparazioni per l’esame, a parte portare al medico un recente esame della creatininemia. È importante informare il medico di eventuali allergie, specialmente allo iodio, poiché il mezzo di contrasto, come tutti i farmaci, può raramente causare reazioni allergiche. Le più frequenti possono includere lieve nausea o eruzioni cutanee.
RISONANZA MAGNETICA
La risonanza magnetica è un esame cosiddetto di secondo livello, ma ha anche un ruolo quale esame di riferimento nel caso dei controlli alle donne ad alto rischio. Produce un campo magnetico e onde radio, che permettono di ottenere immagini molto dettagliate della mammella e di individuare tumori non visibili con le tradizionali tecniche. L’esame si esegue con mezzo di contrasto, ovvero un farmaco che viene iniettato in una vena del braccio, senza il quale non è possibile riconoscere se ci sono lesioni.
Non occorrono particolari preparazioni per l’esame, se non il digiuno da 3 ore e i risultati dell’esame della creatininemia. Nelle donne in età fertile occorre eseguire la risonanza magnetica tra il 5° e il 15° giorno dall’inizio delle mestruazioni.
AGOBIOPSIA
L’agobiopsia di un nodulo o, più precisamente, di una lesione mammaria (scoperta grazie a mammografia o ecografia) viene eseguita per ottenere campioni di tessuto da analizzare, per capire se si tratti di una formazione benigna o maligna. L’esame richiede l’anestesia locale, dura circa 30 minuti e consiste nell’inserire un ago nella mammella fino all’interno della lesione. Il prelievo viene di norma effettuato dal medico radiologo, il più delle volte sotto guida ecografica, osservando in tempo reale sul monitor la posizione dell’ago rispetto alla lesione. Qui, tramite aspirazione, vengono raccolti alcuni frammenti di tessuto, detti frustoli, che verranno analizzati dal medico anatomopatologo. Non occorre alcuna preparazione. Per ridurre l’ematoma che può essere provocato dalla procedura, si pratica una compressione locale e si applica del ghiaccio per una ventina di minuti. Una tecnica evoluta di agobiopsia mammaria è l’agobiopsia vuoto assistita (vacuum assisted, chiamata spesso mammotome, dal nome commerciale del primo manipolo utilizzato per effettuarla). Questo sistema consente un prelievo più esteso di tessuto mammario rispetto all’agobiopsia tradizionale, senza che si debba estrarre l’ago ad ogni prelievo. Viene praticata una piccola incisione sulla cute, necessaria per inserire l’ago per il prelievo. L’esame dura tra i 30 e i 45 minuti, in alcuni casi può essere fastidioso per via del sistema di aspirazione. Per ridurre l’ematoma che può essere provocato dalla procedura, si pratica una compressione locale e si applica del ghiaccio per una ventina di minuti.