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testgenomici

Milano – Presentati i risultati della campagna «Chemio: se posso la evito»: la petizione ha raccolto più di 15 mila firme e raggiunto oltre 564 mila utenti. Ora le firme saranno recapitate al Ministero della Salute per sollecitarlo a emanare il decreto attuativo che permetterà alle Regioni di attingere all'istituzione dell'apposito fondo nazionale.

Milano – Il 2020 si conclude con una buona notizia per le donne con tumore al seno ormono-responsivo in stadio precoce: nella notte di ieri la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, infatti, ha approvato un emendamento al Disegno di Legge di Bilancio 2021 che istituisce un fondo di 20 milioni annui per il rimborso diretto delle spese sostenute dagli ospedali per l’acquisto dei test genomici per questo tumore al seno.

Firenze – Dopo provincia autonoma di Bolzano e Lombardia, anche in Toscana i test genomici per le donne con tumore al seno diventano gratuiti. Il traguardo è stato ottenuto grazie alla caparbietà della rete di associazioni di Toscana Donna e dalla sensibilità delle istituzioni locali e in particolare a Stefano Scaramelli, oggi vicepresidente del Consiglio regionale, e all'assessore al diritto alla salute e sanità Simone Bezzini.

Milano – Dopo la provincia di Bolzano, è il turno della Lombardia di approvare una delibera che rende rimborsabile il test di profilazione genica per le donne affette da tumore al seno infiltrante ed endocrino responsivo di tipo luminale.

Oggi molte pazienti che si sottopongono a chirurgia per carcinoma invasivo della mammella di tipo luminale localizzato, possono trovarsi nella condizione di dover ricevere, oltre alla terapia ormonale, anche diversi cicli di chemioterapia che, in alcune specifiche condizioni, può rappresentare un trattamento non efficace e associato a effetti collaterali evitabili.

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I test oggi utilizzati consentono un maggiore grado di informazione sia di tipo prognostico, che predittivo rispetto ai biomarcatori tradizionali, permettendo al medico di identificare e proporre alla paziente la tipologia di trattamento più appropriato, riducendo il ricorso alla chemioterapia ove non indicata, con conseguente riduzione dei costi sociali e del trattamento e miglioramento della qualità di vita.

Le prestazioni potranno essere eseguite solo nelle strutture dove la paziente viene operata e dove l’indicazione all'esecuzione del test sarà condivisa tra oncologo e patologo. La prestazione viene eseguita solo una volta per ogni paziente ed esclusivamente su tessuto proveniente dalla resezione chirurgica.