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Milano – Se l'utilizzo in prima linea del farmaco immunoterapico atezolizumab era già stato approvato nell'autunno scorso dall'Agenzia europea per i medicinali (EMA), la sua rimborsabilità, sancita dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, rappresenta una pietra miliare nel trattamento del tumore al seno in Italia. 

Degli effetti del digiuno nei pazienti oncologici se ne discute da anni, senza che per questo la comunità scientifica sia giunta a un verdetto definitivo. La pubblicazione dei risultati di due nuovi studi clinici, entrambi focalizzati sul tumore al seno, apporta nuovi elementi al dibattito, pressoché limitato finora all'interpretazione di dati di laboratorio.

Se è evidenza consolidata che intercettare un tumore al seno quando è ancora impalpabile e in fase iniziale equivale ad avere maggiori probabilità di risposta alle cure e di guarigione, è altrettanto universalmente riconosciuto che per la diagnosi precoce la mammografia, che utilizza i raggi X, resta ancora oggi lo strumento più efficace e adatto ad essere utilizzato nei programmi di screening per tutta la popolazione femminile. 

Milano – I processi di calcificazione sono fondamentali per la salute delle ossa tuttavia, in alcuni casi, possono essere un segnale della comparsa di un tumore al seno. Uno studio italiano, pubblicato sulla rivista Cancer Research, ha individuato alcune caratteristiche peculiari delle microcalcificazioni maligne che potrebbero consentire, nel caso in cui la mammografia fosse sospetta, di evitare alla donna di sottoporsi a biopsia.