A.P.S. EUROPA DONNA ITALIA
VIA CONSERVATORIO 15
20122 MILANO
TEL 02 36709790
SEGRETERIA@EUROPADONNA.IT
IBAN: IT32 J030 6909 6061 0000 0013 702
CF: 97560520153

ricerca

Proseguono le ricerche sul recettore AXL, la cui espressione è associata a prognosi sfavorevole nelle donne con tumore al seno HER+. Uno studio canadese ha dimostrato che, bloccando l’azione di questa proteina, si riducono le probabilità di metastasi e, più in generale, si ripristinano le condizioni ambientali idonee affinché il sistema immunitario aggredisca le cellule tumorali.

Pazienza se, per il secondo anno, il congresso si è tenuto in modalità virtuale: quello della Società statunitense di Oncologia clinica (ASCO), tenutosi dal 4 all’8 giugno, rimane il più importante appuntamento annuale dell’oncologia mondiale, atteso con impazienza da pazienti, ricercatori e aziende. Come le monoposto di Formula 1 anticipano alcune delle soluzioni che ritroveremo nelle autovetture di domani, così il congresso statunitense è la vetrina delle terapie che verranno, delle innovazioni e delle aspettative.

Le terapie antitumorali non dovrebbero basarsi unicamente sulla tipizzazione molecolare del tumore ma considerare anche la genesi delle cellule che lo compongono. A questa conclusione giunge uno studio pubblicato su PNAS e coordinato dal biologo cellulare Jianming Xu del Baylor College of Medine di Houston, che dimostra come l’aggressività di un tumore ER-/HER2+ possa cambiare a seconda delle cellule da cui si è originato.

La pandemia di Covid-19 ha messo a dura prova la tenuta dei sistemi sanitari dell'intero pianeta, Italia compresa. Esami e terapie che possono attendere vengono rinviati, i programmi di screening sono congelati, l'accesso agli ospedali è contingentato. Se ancora ce ne fosse bisogno, due nuovi studi ribadiscono tuttavia come nella diagnosi e cura di un tumore, il fattore tempo giochi un ruolo cruciale.

Che abemaciclib fosse in grado di rallentare la progressione della malattia e di ridurre la resistenza alle terapie ormonali già lo si sapeva. Ora, i risultati di uno studio in fase 3 suggeriscono che, in combinazione con la terapia ormonale, questo farmaco riduca del 25% le probabilità di recidive nelle donne con tumore al seno in fase iniziale e ad alto rischio.

Milano – Il cosiddetto "triplo negativo" è considerato uno dei tumori al seno più aggressivi poiché si riproduce rapidamente e dispone di opzioni di trattamento limitate. Tuttavia, nel 2020 sono stati pubblicati numerosi studi che hanno permesso di comprendere meglio la biologia di questo tumore. E dunque, di provare a prendergli le misure.