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esperti

Non ci stancheremo mai di ricordarlo: i centri di senologia sono caratterizzati dalla multidisciplinarietà, cioè dalla presenza dei diversi professionisti (radiologo senologo, tecnici di radiologia, anatomo-patologo, chirurgo senologo, chirurgo oncoplastico, oncologo senologo, radioterapista, infermiere di senologia, data manager) coinvolti nel percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale e costituenti il core team.

Le donne che hanno avuto un tumore al seno necessitano di una serie di servizi essenziali per reinserirsi nella vita lavorativa e sociale e per proteggersi contro il rischio di un ritorno di malattia. Una strategia per far fronte a questo bisogno sempre crescente, al quale il sistema sanitario pubblico non è in grado di rispondere da solo, può derivare dalla sinergia tra ospedale e amministrazione locale: lo dimostra il progetto oncologico "Stanza insieme", esempio di un'efficace alleanza socio-sanitaria tra enti pubblici.

Milano – È operativo il nuovo comitato tecnico-scientifico che accompagnerà Europa Donna Italia nel prossimo triennio, coordinato dal chirurgo senologo Corrado Tinterri, confermato all'unanimità nell’incarico per il quarto mandato. Il Comitato, riunitosi ieri in teleconferenza per la prima volta, si compone di 22 specialisti – 12 donne e 10 uomini – provenienti da dieci Regioni.

Se è evidenza consolidata che intercettare un tumore al seno quando è ancora impalpabile e in fase iniziale equivale ad avere maggiori probabilità di risposta alle cure e di guarigione, è altrettanto universalmente riconosciuto che per la diagnosi precoce la mammografia, che utilizza i raggi X, resta ancora oggi lo strumento più efficace e adatto ad essere utilizzato nei programmi di screening per tutta la popolazione femminile. 

Nei mesi scorsi, la pandemia di Covid-19 ha costretto le Regioni e le Province autonome a sospendere lo screening mammografico di primo livello dando priorità alle misure di contenimento del contagio e alla sicurezza di operatori sanitari e pazienti. Tuttavia, il ritardo nella diagnosi può peggiorare la prognosi della malattia: a due mesi dall’inizio dell’emergenza sanitaria i tempi sembrano maturi per avviare un ragionamento sulla ripresa dei programmi.