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Fake news e tumore al seno: qualche chiarimento

Le fake news, com’è ormai noto, riempiono i social network e il web da tempo. Non sempre gli utenti dispongono degli strumenti necessari per distinguere una fonte autorevole da una meno attendibile, soprattutto quando in gioco entrano tematiche spinose quali la salute e la prevenzione. L’insorgenza del tumore al seno è un argomento che non fa eccezione a questa regola: a dispetto delle innumerevoli campagne di sensibilizzazione e divulgazione organizzate negli anni, permangono convinzioni errate sui fattori di rischio che possono influenzare la comparsa di questa patologia.
Vediamo insieme quali, tra le seguenti, sono effettivamente delle fake news.

Reggiseno: è davvero pericoloso?

Il reggiseno, soprattutto quello con il rinforzo inferiore (il cosiddetto “ferretto”), è erroneamente ritenuto pericoloso per la salute femminile. L’ostilità verso questo capo di abbigliamento non nasce dal nulla: responsabile di questa fake news dura a morire è una pubblicazione del 1995, Dressed to kill, a cura di due antropologi americani, Sydney Ross Singer e Soma Grismaijer. Nel testo le percentuali di diffusione del tumore al seno nelle popolazioni occidentali venivano messe in correlazione diretta con l’abitudine consolidata di indossare il reggiseno; abitudine non altrettanto presente in altre culture – come quella maori – nelle quali la patologia risulta molto meno rilevante.

Nello specifico, la teoria di Singer e Grismaijer si fonda sull’idea che la costrizione operata dal reggiseno sulle mammelle impedisca una circolazione linfatica ottimale, causando il ristagno delle tossine e la formazione di masse tumorali: il drenaggio delle sostanze di scarto in questione, in realtà, è appannaggio dei linfonodi localizzati sotto l’ascella, che non hanno nulla a che fare con l’area coperta dal reggiseno.

Mammografia e radiazioni: c’è da preoccuparsi?

La mammografia è uno strumento di diagnosi precoce imprescindibile per la salute femminile. Si consiglia di eseguirla ogni anno tra i 45 e 49 anni e ogni due anni dopo i 50. Trattandosi di un esame che utilizza i raggi X per individuare la presenza di lesioni sospette, ha preso piede l’idea che le radiazioni emesse durante la mammografia possano essere cancerogene. Va tuttavia sottolineato che la quantità di raggi X irradiati è molto bassa: considerando anche la frequenza con cui ci si sottopone a questo screening, i rischi restano estremamente limitati.

La terapia ormonale sostitutiva aumenta il rischio?

Sulla terapia ormonale sostitutiva circolano informazioni non del tutto false. Per quanto la TOS abbia dei benefici indiscutibili per le donne in menopausa dal punto di vista del contenimento dei disturbi più comuni (sudorazione, problemi del sonno etc), l’assunzione di ormoni comporta anche un rischio più elevato di comparsa non solo del tumore al seno ma anche di ictus e trombosi venosa. L’incremento del rischio è comunque ritenuto lieve. Per quanto riguarda il cancro alla mammella, è stata osservata una minore pericolosità della terapia ormonale sostitutiva a sola componente estrogenica rispetto a quella a base di estrogeni e progesterone.

Il deodorante è pericoloso?

Il deodorante, come il reggiseno, è un altro oggetto il cui uso è stato demonizzato con troppa facilità. Anche in questo caso la percezione della sua dannosità dipende da uno studio scientifico apparso nel 2004 sul Journal of Applied Toxicology, nel quale venivano messi sotto accusa l’alluminio e i parabeni, sostanze comunemente presenti nei deodoranti. È bene ricordare però che la ricerca svolta dagli autori aveva previsto il coinvolgimento di sole venti pazienti con tumore al seno, un campione troppo ridotto perché i dati presentati potessero risultare affidabili.

La ceretta può fare danni?

Nel caso della ceretta ascellare, parte dei dubbi deriva dalla frequente comparsa, a depilazione avvenuta, di gonfiori o piccoli noduli nel cavo ascellare. La causa di queste manifestazioni è da ricercare nell’infiammazione delle ghiandole sudoripare, una reazione fisiologica al trauma della ceretta che tuttavia si risolve spontaneamente in poco tempo e non ha alcuna correlazione con il tumore al seno.

Dolore al seno: è un segnale di pericolo?

Il dolore al seno, noto anche come mastodinia, viene a volte interpretato come sintomo di patologie della mammella, tra cui il tumore. In realtà i segnali ritenuti indicativi di un possibile cancro sono molto diversi e includono cambiamenti nella forma del seno e del capezzolo (soprattutto se asimmetrici), pelle a buccia d’arancia e comparsa di noduli duri al tatto. Il dolore al seno compare in una percentuale estremamente ridotta di casi, inferiore all’1%.