I numeri del cancro in Italia 2021
Anche nel 2021, il nostro paese si conferma tra le eccellenze europee nella cura dei tumori: diminuiscono i decessi e aumenta la sopravvivenza. Pesa però l’impatto della pandemia, soprattutto nella diagnosi precoce
È un volume insolito quello de “I numeri del cancro 2021”, undicesima edizione del censimento nazionale sulle diagnosi e terapie oncologiche pubblicato come di consueto da AIOM e Airtum con la collaborazione di Fondazione Aiom, Registri Tumori Italiani, Società italiana di Anatomia patologica e di Citologia diagnostica (Siapec), Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia, Passi d’Argento e Osservatorio Nazionale Screening. A causa della pandemia, il nuovo rapporto non include le stime del numero di tumori che verranno diagnosticati nel corso dell’anno: l’incidenza globale non è stata riportata mentre quella per sede di malattia è stata considerata invariata rispetto al 2020. Il presente rapporto, inoltre, paga la riorganizzazione della rete nazionale dei registri tumori: solamente una parte dei registri ha fornito dati per questa edizione.
L’andamento tra il 2015 e il 2020
Ciononostante, nel rapporto non mancano i dati incoraggianti. Negli ultimi sei anni si è osservato un calo complessivo della mortalità per tumore del 10% negli uomini e dell’8% nelle donne. Dal 2015 a oggi, nei maschi sono diminuite del 18,4% le morti per neoplasie dello stomaco, del 15,6% quelle del polmone, del 14,6% alla prostata e del 13,6% del colon-retto. Non va altrettanto bene per le donne: nella popolazione femminile aumentano i decessi per i carcinomi della vescica (+5,6%) e del polmone (+5%), entrambi legati al fumo di sigaretta, mentre calano quelli a stomaco (-25%), colon-retto (-13,2%), ovaio (-9%) e mammella (-6,8%). Non emergono progressi per il tumore del pancreas, che continua a evidenziare tassi di mortalità stabili nei maschi e in crescita (+3,9%) nelle femmine.
Buone notizie anche in termini di sopravvivenza – calcolata dopo 5 anni dalla diagnosi – che migliora per tutte le neoplasie considerate, attestandosi al 59% negli uomini ed al 65% nelle donne (rispetto al 54% e 63% del 2015). In sette sedi negli uomini ed in otto nelle donne le sopravvivenze si attestano su valori molto elevati, fino al 96,2% dei carcinomi tiroidei nelle donne e al 93,2% nel testicolo. “La sopravvivenza nel nostro Paese è allineata ai livelli più alti osservati in Europa. In Italia, aumentano sempre più le persone vive dopo la diagnosi, nel 2020 erano circa 3,6 milioni, il 6% della popolazione, con un incremento del 36% rispetto al 2010. In sei sedi tumorali le sopravvivenze sono, però, ancora inferiori al 30%, con il cancro del pancreas fanalino di coda all’11% in entrambi i sessi. Gli sforzi della ricerca devono essere rivolti in particolare a queste patologie. Negli uomini la generale diminuzione della mortalità rispecchia la riduzione dei decessi per tumori dovuti al fumo. Ma vanno incrementate le campagne di prevenzione per controllare l’epidemia delle neoplasie tabacco-correlate nella popolazione femminile” afferma Giordano Beretta, presidente dell’Aiom.
L’impatto del Covid
L’impatto del Covid è stato particolarmente rilevante tra i malati oncologici infettati dal coronavirus: il rischio di morte tra questi pazienti infatti è quasi il doppio. Inoltre la pandemia ha pesato anche sull’assistenza oncologica, che ha dovuto gestire tumori in fase sempre più avanzata.
Un’indagine condotta dall’Osservatorio Nazionale Screening ha quantificato il ritardo accumulato dai tre programmi nazionali di screening nel 2020 rispetto al 2019. “La riduzione degli inviti è stata pari al 33% per lo screening cervicale, al 31,8% per quello colorettale e al 26,6% per quello mammografico. La riduzione degli esami è stata pari al 45,5% per lo screening colorettale (-1.110.414 test), al 43,4% per quello cervicale (-669.742), al 37,6% per le mammografie (-751.879). Complessivamente sono stati eseguiti circa 2 milioni e mezzo di screening in meno” riassume la presidente Paola Mantellini, sottolineando il ruolo determinante della paura del contagio nella minore adesione. I mesi di ritardo sono stati pari a 5,5 per lo screening colorettale, a 5,2 per quello cervicale e a 4,5 per le mammografie. Sono state stimate anche le diagnosi mancate: oltre 3.300 per il tumore del seno, circa 1.300 per il colon-retto (e 7.474 adenomi avanzati in meno) e 2782 lesioni precancerose della cervice. “È importante sottolineare che, per tutti e tre i programmi, nell’autunno del 2020 alcune Regioni sono riuscite a erogare più test rispetto al 2019, mettendo in evidenza una notevole capacità strategico-organizzativa” conclude Mantellini.
Un’altra indagine condotta dalla Siapec, ha stimato, a livello nazionale, l’impatto dell’infezione da Sars-CoV-2 sugli interventi chirurgici dei tumori della mammella e del colon-retto. “Per il tumore della mammella, il numero di casi operati nel 2020 è risultato inferiore del 12% (-805 casi) rispetto al 2019, e questa riduzione si è osservata per le neoplasie di tutte le dimensioni, in particolare per quelle più piccole” sottolinea Anna Sapino, presidente della Siapec, nonché membro del comitato tecnico scientifico di Europa Donna Italia. Anche per il colon-retto si è registrata una riduzione dei casi operati nel 2020, inferiore del 13% (-464 casi) rispetto al 2019, con un calo particolarmente marcato per i tumori in situ, mentre si è registrato un aumento significativo delle neoplasie con perforazione del peritoneo. “I risultati di questa indagine fanno emergere, in generale e per entrambe le patologie, una diminuzione dei tumori in situ caratterizzati da alte probabilità di guarigione (-11% per la mammella, -32% per il colon-retto), che può essere la conseguenza della temporanea riduzione degli screening oncologici nel 2020” spiega Sapino.
Le stime per il 2021
Nel 2021 sono stati stimati 34mila decessi per cancro del polmone, 21.700 per il colon-retto, 12.900 per il pancreas, 12.500 per la mammella e 8.500 per lo stomaco. Si è anche osservato un aumento significativo dei tumori al seno pT2 (compresi tra 2 e 5 centimetri), a fronte della diminuzione di quelli più piccoli (pT1, tra 1 e 5 millimetri).
L’emergenza sanitaria che ha sconvolto la quotidianità del paese non è stata priva di conseguenze nemmeno per il panorama oncologico nazionale e alcune di queste si ripercuoteranno inevitabilmente negli anni a venire. “Gli effetti del ritardo sulla diagnosi precoce sono al momento difficilmente quantificabili. Le conseguenze cliniche, in particolare un possibile avanzamento dello stadio al momento della diagnosi, possono essere maggiori per lo screening mammografico e quello colorettale, come emerso dall’indagine condotta dalla Siapec” nota Diego Serraino, direttore dell’epidemiologia oncologica del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e del Registro Tumori del Friuli-Venezia Giulia.