Chirurgia ricostruttiva: ecco le ultime novità
Le donne operate di tumore al seno possono contare su nuove tecniche, a patto di potersi affidare a una Breast Unit
La chirurgia ricostruttiva è una disciplina nella quale ogni anno si guadagnano traguardi a tutto beneficio delle donne che devono subire un intervento di rimozione del seno, o di parte di esso, a seguito di un tumore. Al contrario di quanto si possa superficialmente pensare, il tema della ricostruzione non è affatto un semplice fatto estetico, ma fa parte a tutti gli effetti del percorso di cura della donna con un tumore al seno esteso. In occasione del recente Congresso della SICPRE (Società Italiana di Chirurgia Riparatrice Plastica ed Estetica), abbiamo chiesto al suo Presidente, il Professor Carlo Magliocca, di aggiornarci sulle novità di questo importante ambito terapeutico.
“La novità maggiore nella chirurgia ricostruttiva per il tumore al seno riguarda senza dubbio la ricostruzione mammaria pre-pettorale”, afferma il prof. Magliocca. “Grazie alla chirurgia ricostruttiva, in caso di mastectomia oggi è possibile conservare non solo il mantello cutaneo, ma anche il complesso areola-capezzolo (quando ovviamente il tipo di tumore lo consenta). Fino a qualche anno fa, si tendeva a ricostruire il seno tramite l’impianto di una protesi retromuscolare. L’ultima novità consiste in una tecnica ricostruttiva che può essere applicata anche nella zona pre-pettorale, e che quindi permette di preservare la funzionalità del muscolo gran pettorale. In questo modo la donna conserva una maggiore integrità corporea, oltre a subire un intervento meno invasivo, con gli stessi – se non migliori – risultati estetici dell’approccio tradizionale”. La nuova tecnica assicura quindi alla donna una migliore qualità di vita, e un più facile reinserimento nella vita di tutti i giorni.
L’importanza delle Breast Unit
Queste novità terapeutiche non sono accessibili ovunque in Italia, ma solo nei centri di senologia – o Breast Unit – che possono contare su un team multidisciplinare del quale fa parte anche il chirurgo plastico. “Se è vero che in alcune Breast Unit italiane la figura del chirurgo plastico non è ancora integrata nel team multidisciplinare”, osserva il Prof. Magliocca, “tuttavia oggi nella maggioranza dei centri riconosciuti dalle Regioni la paziente ha la sicurezza di trovare tutti i professionisti necessari per potersi avvantaggiare di queste novità. Noi come SICPRE stiamo lavorando molto con il Ministero della Salute perché la figura del chirurgo plastico sia presente nella totalità delle Breast Unit del nostro Paese”.
Le conseguenze del Covid
Come per screening, diagnosi e terapie, anche la chirurgia ricostruttiva ha dovuto fare i conti con i ritardi e gli stop imposti dalla pandemia, un periodo difficile sia per i pazienti che per gli specialisti. “Le liste di attesa si sono molto allungate nell’ultimo anno e mezzo, perché gli interventi di chirurgia ricostruttiva sono stati posticipati a favore della chirurgia oncologica. In una situazione di emergenza, infatti, si è deciso di dare la precedenza alla chirurgia dei tumori e di mettere momentaneamente in secondo piano la chirurgia ricostruttiva”, spiega il Professore. Questi ritardi hanno ovviamente provocato molti disagi alle pazienti, in particolare a quelle in attesa di effettuare l’intervento di sostituzione dell’espansore, posizionato a seguito della mastectomia, con la protesi definitiva. “Nell’ultimo periodo la situazione sta migliorando”, conclude Magliocca: “stiamo recuperando i ritardi e ci stiamo riappropriando delle sale operatorie di nostra competenza. Di questo passo credo che potremmo tornare a livelli di massima efficienza nell’arco di due o tre mesi”.