Il supporto psico-oncologico via internet è apprezzato dalle pazienti?
I vantaggi della psico-oncologia via web, alla quale la pandemia ci obbliga a ricorrere, sono molteplici e noti. Meno conosciuto è il giudizio dei pazienti. Uno studio ci rivela che cosa ne pensano le donne con tumore al seno.
[su_pullquote]GABRIELLA PRAVETTONI è direttrice della Divisione di Psiconcologia dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano[/su_pullquote]
La situazione di pandemia da Covid-19 che ha rivoluzionato la vita di tutti i noi ha prodotto profonde trasformazioni anche nelle relazioni tra medico e paziente. A seguito di ciò, anche in quest’ambito – come in tutti i settori delle attività sociali e lavorative – è così venuta alla ribalta la comunicazione in remoto, mediata dalla tecnologia. In realtà, questa forma di comunicazione in medicina non è affatto una novità ma è praticata da oltre cent’anni, da quando per esempio è stato introdotto l’uso del telefono nei consulti medici. Quello che è cambiato, grazie al progresso tecnologico, è piuttosto la tempistica: se ieri la comunicazione da remoto tra medico e paziente avveniva in modalità asincrona – alla trasmissione di un messaggio ne seguiva un altro – oggi, con le moderne piattaforme web, la comunicazione è costantemente e universalmente sincrona.
In psico-oncologia questa modalità si è rivelata estremamente utile per gestire prontamente l’ansia e le paure dei pazienti senza perdere tempo prezioso, per assicurare un supporto anche a pazienti che risiedono a centinaia di chilometri di distanza e per lavorare con gruppi che altrimenti non potrebbero riunirsi. Accanto alle opportunità offerte da questi strumenti innovativi esistono però anche dei rischi, che il terapeuta deve conoscere ed evitare. Questa modalità di visita mediata dalla tecnologia infatti rischia di essere centrata sul curante che può quindi “perdere di vista” il suo interlocutore, cioè il paziente. Compito dello psico-oncologo allora è riportare il paziente al centro dell’intervento, considerarlo nella sua interezza, focalizzarsi sul suo benessere psicologico e permettergli di mantenere un alto livello di motivazione.
Per questo all’inizio del percorso è importante stabilire e condividere con il paziente alcune regole: quali canali di comunicazione utilizzare, le condizioni per tutelare la privacy e il setting adeguato a mettere il paziente in condizione di parlare del suo disagio. Si potrebbe pensare che queste modalità di comunicazione a distanza costituiscano un ostacolo per un rapporto efficace tra il paziente e il curante; fortunatamente l’esperienza ci dimostra che non è così, anzi, i pazienti beneficiano di una serie di vantaggi che il dialogo in presenza non può fornire. Per esempio, una volta presa confidenza con il mezzo, i pazienti che vengono seguiti a distanza a casa propria, si sentono più sicuri, a proprio agio e protetti, e quindi si fidano di più del proprio terapeuta.
Un atteggiamento positivo nei confronti della psicoterapia mediata da internet è emerso anche da uno studio, in via di pubblicazione, che ho di recente condotto con la mia équipe. L’obiettivo era esplorare gli atteggiamenti nei confronti della psicoterapia basata su internet da parte delle donne che hanno o hanno avuto un tumore al seno, una tipologia di pazienti non ancora studiata sotto questo aspetto. A un campione di 48 donne con una storia di tumore al seno e nella fascia di età compresa tra i 36 e i 68 anni abbiamo chiesto di esprimere la propria opinione sull’utilità di quattro diverse modalità di psicoterapia mediata da internet:
1. Webchat: la comunicazione tra psicoterapeuta e paziente avviene tramite chat
2. Videoconferenza: la comunicazione tra psicoterapeuta e paziente è mediata da una webcam
3. Rilassamento tramite realtà virtuale: consente all’utente di immergersi in un ambiente generato dal computer che induce il rilassamento e stati emotivi positivi
4. Avatar: la paziente crea un proprio avatar personale, cioè una rappresentazione digitale di se stessa, personalizzabile nell’aspetto, tramite il quale comunica direttamente con gli altri utenti (pazienti e psicoterapeuti) e riceve feedback in tempo reale.
I risultati dello studio dimostrano che le donne che hanno o hanno avuto un tumore al seno tendono ad avere un giudizio positivo nei confronti della psicoterapia mediata da Internet. Tale giudizio è senz’altro influenzato dall’atteggiamento generale verso l’eHealth e dal desiderio di esplorare e conoscere il proprio mondo interiore.
Per quanto riguarda le diverse modalità di offerta terapeutica, la videoconferenza e la realtà virtuale sono state giudicate dalle donne quelle più utili, efficaci, rassicuranti e affidabili. Sono entrambi strumenti che consentono un’interazione audio-video diretta con lo psicoterapeuta: nella videoconferenza la comunicazione tra terapeuta e paziente, sebbene mediata da una webcam, è simile all’interazione faccia a faccia, in termini di segnali non verbali e alternanza nella conversazione; anche nella realtà virtuale il paziente parla direttamente con il terapeuta, che lo guida in un’esperienza mirata a favorire il rilassamento. Se ne può quindi dedurre che le donne apprezzino in modo particolare quelle tecnologie di comunicazione che assegnano un ruolo centrale al terapeuta.
I risultati dello studio confermano un generale apprezzamento dell’utilizzo degli strumenti web nella relazione con il proprio psicoterapeuta da parte delle pazienti con tumore al seno, che li considerano quindi più come un’opportunità che, come erroneamente si potrebbe pensare, come una costrizione. La strada dunque è aperta per nuovi approfondimenti, al fine di adattare questi strumenti alle esigenze specifiche di ogni paziente e migliorare ulteriormente l’intervento terapeutico.