Nordic walking e aquagym, la ricetta di Crisalide per stare bene
Rimini – Che la sedentarietà aumenti il rischio di insorgenza di alcuni tipi di tumore non è certo una novità. Così come non è una novità il beneficio dell’attività fisica nella prevenzione delle recidive e, più in generale, nel controllo della malattia: il movimento aiuta a combattere il tumore, a contrastare gli effetti collaterali delle terapie e a vincere l’ansia e la depressione.
Fin dalla sua fondazione, più di 25 anni fa, l’associazione Crisalide è convinta della necessità dell’attività motoria nella ripresa psico-fisica della donna colpita da tumore al seno. Per questo motivo, in aggiunta ai laboratori manuali e alle iniziative di prevenzione e sensibilizzazione, Crisalide organizza ogni anno corsi di vari tipi di sport (acquagym, ginnastica dolce, metodo Feldenkrais, yoga) da ottobre a maggio per poi trasferirsi in spiaggia, durante l’estate, per fare ginnastica in acqua. “Quella che agli inizi degli anni ’90 era una constatazione basata sulla propria esperienza personale è stata poi confermata dagli studi scientifici: l’attività fisica ha un’importante funzione di protezione dal rischio di recidive, che si riduce in modo costante all’aumentare di quantità di esercizio fisico svolto settimanalmente partendo da un minimo di 3 ore settimanali di attività moderata” ricorda Anna Vignali, presidente di Crisalide. Da un paio di anni la proposta dell’associazione comprende inoltre due corsi annuali di Nordic Walking, attività che ha riscosso immediatamente grande consenso.
Superata la fase post-operatoria e quella riabilitativa iniziale, un’ idonea attività fisica può svolgere un’azione importante di supporto anche per le donne che seguono cure oncologiche. La revisione sistematica di 23 studi sull’associazione fra attività fisica e tumore al seno, pubblicata nel 2014 sugli Annals of Oncology, su 49000 persone seguite per 10 anni ha dimostrato un aumento totale di sopravvivenza del: 13% in più con 2 ore di attività fisica leggera a settimana, 24% in più con 3 ore di attività moderata settimanale e 34% in più con 5 ore di attività moderata settimanale. “Altri studi hanno evidenziato che le persone che hanno aumentato, dopo la diagnosi di tumore, l’attività fisica, sia che prima fossero atleti o sedentari, hanno ridotto del 39% il rischio di mortalità” prosegue Vignali.
Come altre associazioni, inizialmente anche Crisalide è rimasta spiazzata dall’emergenza sanitaria: l’8 marzo 2020 la provincia di Rimini veniva dichiarata zona rossa. Le insegnanti delle diverse attività si sono organizzate per condurre da remoto le lezioni motorie giornaliere che hanno contribuito ad affrontare meglio la situazione, sia sul piano fisico che psicologico. Allenarsi in casa non è però lo stesso che farlo all’aria aperta. E così, nel mese di maggio le socie si sono preparate per la ripartenza. Decidendo di offrire a tutte signore operate che ne avessero fatto richiesta, un corso di Nordic Walking. Il programma è articolato in due incontri settimanali al mare – o comunque all’aria aperta – per un totale di 16 lezioni e prevede l’utilizzo dei bastoncini professionali ed esercizi a corpo libero e con piccoli attrezzi, studiati espressamente per il miglioramento delle problematiche che possono sorgere in seguito all’ intervento al seno.
Il Nordic Walking è particolarmente indicato per ridurre le complicanze dell’intervento chirurgico che possono andare dal semplice dolore, al deficit motorio, alla scapola alata, al linfedema, a limitazioni dell’arto superiore e della spalla. “Grazie al movimento oscillatorio del braccio e l’utilizzo della muscolatura dell’avambraccio per il ciclo di apertura-chiusura della mano, il Nord Walking permette di migliorare notevolmente il problema del linfedema. È possibile recuperare la funzionalità dell’arto superiore e ridurre l’accumulo cronico di liquido a livello interstiziale, ritrovando una maggior sensazione di libertà e leggerezza dell’arto nel quotidiano” spiega Vignali.
Il Nordic Walking migliora coordinazione, controllo motorio, equilibrio, resistenza cardio-vascolare, tono muscolare, mobilità articolare, funzionalità della spalla, nonché la riduzione del linfedema. Per quanto riguarda la psiche, “favorisce la fiducia in se stessi e delle proprie potenzialità, è una spinta alla socialità e contrasto all’isolamento, maggiore libertà mentale derivante dall’attività all’aria aperta, approccio alle problematiche fisiche da un altro ‘punto di vista’. Insomma, l’attività fisica è un farmaco potentissimo, gratuito, senza effetti collaterali se usato bene, che non interferisce con le cure oncologiche” sorride Vignali.