L’impatto delle ferite chirurgiche: la survey presentata al congresso Breast Talk 2024
Prevenzione come migliore investimento clinico nelle complicanze della ricostruzione mammaria. Era questo il titolo della sessione che ha visto anche la partecipazione di Loredana Pau, Vicepresidente di Europa Donna Italia. Ha esposto la sua relazione sull’impatto delle ferite chirurgiche.
L’obiettivo della Survey era quello di comprendere le esperienze dell’intervento chirurgico e i percorsi seguiti per identificare le difficoltà affrontate dalle donne nel percorso, i loro bisogni e le aree di miglioramento.
È stata svolta in due step. Una fase esplorativa tramite due focus group e una fase estensiva basata su un questionario. L’indagine è stata condotta su 262 donne con tumore al seno che hanno subito un intervento chirurgico di quadrantectomia, oppure di mastectomia. I dati sono stati presentati innanzitutto alla rete associativa e quindi alla comunità scientifica.
Le donne che sono state sottoposte a quadrantectomia hanno dichiarato positivo il percorso di elaborazione. Anche per quanto riguarda la ferita/cicatrice e l’asimmetria le affermazioni sono state positive: vengono ritenute parte integrante della nuova immagine di sé e segni di un’esperienza vissuta e affrontata con coraggio e successo. Dall’altra, hanno messo in luce che il decorso post-operatorio avrebbe potuto essere migliore se avessero ricevuto maggiori informazioni e supporto. Sono ben diverse invece le dichiarazioni delle donne sottoposte a mastectomia. Nel loro caso, il percorso di elaborazione viene valutato prevalentemente in modo negativo con senso di solitudine, colpevolizzazione e depressione. Sono emerse anche la sofferenza per la mutilazione, difficile da accettare, i percorsi estenuanti, la continua ricerca di soluzioni e fallimenti e l’assenza di informazioni e di referenti.
In generale, solo la metà delle donne ha ricevuto informazioni chiare e dettagliate sulle diverse possibilità di intervento e sui potenziali risultati attesi. Risulta evidente, di nuovo, il vuoto informativo in particolare sui possibili rischi.
Una donna su 4 si dichiara fortemente insoddisfatta dell’esito dell’intervento di ricostruzione: l’insoddisfazione maggiore si riscontra sulla simmetria dei seni e sull’aspetto del seno operato.
Alla luce di questo e altro, le pazienti hanno delle richieste:
- Più strutturata e regolare la presenza del fisioterapista, per informare la paziente su come prevenire le complicanze chirurgiche e/o gestirle;
- Presenza dello psico-oncologo, per supportare la paziente dal punto di vista emotivo durante il complicato percorso che va dall’asportazione del tumore alla eventuale ricostruzione del seno operato;
- Informazioni più̀ mirate, più dettagliate e specifiche per comprendere quali sono i rischi e le eventuali conseguenze dell’intervento;
- Maggiore collaborazione fra clinici durante la scelta dell’intervento e nella presa in carico della paziente.