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Europa Donna

Sì alle terapie integrate, ma….

Ha detto di essersi curata con terapie olistiche, di avere rifiutato la chemioterapia e oggi di avere il cancro in remissione, a distanza di sette anni dalla diagnosi di tumore al seno. Ma la storia raccontata dalla nota modella Elle Macpherson, di lei si tratta, non è del tutto vera. Perché ha ricevuto le terapie come da protocollo in caso di tumore al seno intraduttale estrogeno-recettivo HER 2 positivo. Vale a dire, asportazione chirurgica del nodulo ed eventualmente radioterapia. Niente chemio, trattandosi di una forma che può non essere a rischio di metastasi. Non è stata chiara, dunque, e questo ha creato destabilizzazioni in chi sta seguendo un protocollo di cure per debellare il tumore. E c’è chi si chiede se non sarebbe stato meglio affidarsi alle terapie integrate.

Per questo, abbiamo voluto intervistare Stefano Magno, Chirurgo senologo e Direttore del Centro Komen Italia per i trattamenti integrati in oncologia della Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS di Roma.

Europa Donna Italia: «Terapie olistiche, integrate, complementari: qual è la differenza»?

Dott. Magno: «Nessuna. Raggruppano un mix di soluzioni quali agopuntura, yoga, mindfulness, musicoterapia. Noi preferiamo utilizzare il termine “integrate”, perché è quello che dà più l’idea di qualcosa che si deve associare alle terapie antitumorali. Le terapie integrate, infatti, non sono dirette al tumore, ma a supportare la persona, alleviarne gli effetti collaterali e migliorarne la qualità di vita».

Europa Donna Italia: «Quali sono le più utilizzate»?

Dott. Magno: «Ci sono discipline ormai con un’ampia letteratura a favore di una effettiva efficacia e anche sicurezza, tanto da essere contemplate nelle linee guida di ASCO. La principale è sicuramente l’agopuntura. Ha studi solidi che ne comprovano l’efficacia per le vampate di calore, per i disturbi del sonno, per alcuni dolori cronici complessi come le neuropatie periferiche o le artralgie durante terapia ormonale, per citare solo alcuni disturbi. Altre discipline sono la mindfulness e altri protocolli di gestione dello stress, oltre a qi gong, yoga, musicoterapia, riflessologia e massoterapia. Tutte vantano una buona quantità di pubblicazioni qualitativamente adeguate a loro favore.  Altre discipline invece non hanno ancora dimostrato, se non altro in studi rigorosi, un’efficacia basata su evidenze. Personalmente sono un ricercatore e in quanto tale, io sono sempre aperto al dubbio e per queste ancora in una fase limbica, non me la sento di affermare che non possano funzionare. Sono necessari studi randomizzati che consentano di introdurle nella pratica clinica senza sollevare obiezioni».

Europa Donna Italia: «I primi studi sulle terapie integrate hanno coinvolto pazienti con tumore al seno: perché»?

Dott. Magno: «Penso per una serie di motivi. Innanzitutto, è la forma più diffusa, con un numero che è in costante aumento di Survivor, quindi di persone che ormai hanno lasciato la malattia alle spalle, ma che devono quotidianamente affrontare comunque una serie di problemi e di effetti collaterali anche tardivi dei trattamenti oncologici. A queste si aggiungono le pazienti metastatiche, con prospettive di sopravvivenza sempre più incoraggianti, alla continua ricerca di strategie che migliorino la loro qualità di vita».

Europa Donna Italia: «Quanti sono i centri oncologici in Italia che utilizzano le terapie integrate»?

Dott. Magno: «Un censimento affidabile in questo senso non esiste perché non c’è un Ente certificatore. Ci sono molti ambulatori di medicina integrata all’interno di centri oncologici dove si propongono alle pazienti alcune terapie, come l’agopuntura o la musicoterapia.  Quello che manca è una presa in carico globale della paziente oncologica, fin dalle prime fasi del percorso terapeutico. Questa è una scelta che noi abbiamo fatto anni fa, e vorremmo che il nostro Centro diventasse lo spunto per altre Breast Unit, al fine di strutturare un percorso di oncologia integrata secondo evidenze, dove alla paziente si può proporre, in base alla sua situazione clinica, all’iter di cura e ai disturbi riferiti, una serie di interventi mirati, razionali e sicuri».

Europa Donna Italia: «Le donne chiedono un percorso di terapie integrate: secondo lei sarà fattibile»?

Dott. Magno: «Al momento non ci sono esempi così strutturati al di fuori di quello della Fondazione Policlinico Gemelli, grazie al sostegno della Komen Italia, e di un centro a Ortona (Chieti) che ha un approccio molto simile al nostro. Ma anche le Breast Unit non sono sorte dall’oggi al domani, ricordiamoci, sono cambiamenti che richiedono del tempo. Sicuramente è un processo che si sta sviluppando, anche grazie alla forza delle Associazioni Pazienti come Europa Donna Italia, che porta alle Istituzioni le richieste delle donne. E, altrettanto importante, c’è un’attenzione in crescendo da parte degli oncologi, e in questo senso ne abbiamo la dimostrazione ai congressi medici internazionali. Abbiamo linee guida in costante evoluzione, cosa che ci permette come dicevo prima, di offrire le evidenze scientifiche necessarie».