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Adroterapia: come funziona, dove farla e a chi serve

L’adroterapia è una forma di radioterapia che prevede l’utilizzo di fasci di particelle (protoni oppure ioni di carbonio) per la cura dei tumori. Rispetto alla radioterapia, che sfrutta le potenzialità dei raggi X, questa tecnologia ha una serie di vantaggi:

  • È estremamente precisa, quindi consente di colpire solo la massa tumorale, risparmiando i tessuti sani circostanti;
  • Ha un’efficacia maggiore;
  • Rappresenta una soluzione terapeutica in più per i tumori non trattabili con radioterapia o difficili da raggiungere.

Terapia adronica: per quali tumori è utile?

La terapia adronica, ad oggi, non è utilizzabile per tutti i tumori esistenti.

Alcune patologie per le quali è previsto il ricorso a questa soluzione terapeutica sono:

  • I sarcomi, ossia i tumori dei tessuti molli (muscoli, viscere etc)
  • Diversi tumori dell’occhio, come linfomi e melanomi oculari
  • I tumori solidi pediatrici
  • I tumori a carico degli arti e della colonna vertebrale, come i condrosarcomi
  • Alcuni tumori causati da mutazioni genetiche, come il Retinoblastoma o la sindrome di Li Fraumeni

In generale, la terapia adronica è utile per trattare neoplasie non curabili con la radioterapia classica o per tumori recidivati precedentemente sottoposti a radioterapia, ma anche per quei casi in cui la massa tumorale è vicino ad organi critici o non può essere trattata con la chirurgia.

Al momento il tumore al seno non è tra le patologie indicate per la terapia adronica, ma è possibile che la situazione cambi con l’evolvere della ricerca. In un primo momento, infatti, l’adroterapia trovava applicazione solo per i tumori della colonna vertebrale, dell’occhio e della testa, ma successivamente sono statei individuati nuovi impieghi.

Inoltre, è possibile che le pazienti con cancro al seno debbano ricorrere all’adroterapia per intervenire su metastasi particolari, come accaduto a Paola, paziente metastatica della quale abbiamo raccolto la storia.

Il CNAO di Pavia e gli altri centri

Il CNAO di Pavia è uno dei tre centri in Italia dove è possibile sottoporsi all’adroterapia, nonché l’unico in cui vengono utilizzati sia protoni che ioni di carbonio. La tecnologia in dotazione è costituita da un sincrotrone ad anello, di 80 metri di circonferenza, con caratteristiche non molto diverse da quelle dell’acceleratore di particelle del CERN di Ginevra, benché adattate per finalità terapeutiche.

Il secondo centro è il CATANA (Centro di AdroTerapia ed Applicazioni Nucleari Avanzate), facente parte dei Laboratori Nazionali del Sud dell’Infn (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e situato a Catania. È specializzato nella terapia dei tumori della regione oculare ed è in attività da oltre vent’anni. A differenza del CNAO di Pavia, utilizza unicamente fasci di protoni.

Infine c’è il Centro di Protonterapia di Trento, che sfrutta le potenzialità dei protoni per la cura di diversi tipi di neoplasie: tumori dell’area testa-collo, gastrointestinali, pediatrici, cerebrali, sarcomi e molto altro.