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Agopuntura e cancro: le linee guida

L’agopuntura, oltre che un’antichissima pratica olistica, è anche una delle terapie integrate o complementari utilizzate in oncologia in sinergia con quelle convenzionali.

Non avendo efficacia terapeutica in termini di regressione del cancro, il ricorso a queste metodologie è utile principalmente per la gestione degli effetti collaterali, sia della malattia in sé che dei trattamenti oncologici.

Tra questi, uno dei più diffusi e temuti è il dolore, che può dipendere da tanti fattori diversi: dal decorso post-operatorio, per esempio, ma anche dalle terapie non chirurgiche, dalla massa tumorale stessa che comprime su nervi e tessuti, da alcuni tipi di metastasi (es. quelle ossee). Persino le condizioni psicologiche del paziente possono peggiorare il benessere fisico: ad esempio, gli stati ansiosi o depressivi sono in grado di amplificare la sensazione di disagio.

In tal senso si è dimostrata utile l’agopuntura. Data la sua capacità di stimolare la produzione di endorfine, è indicata per il trattamento del dolore oncologico, ma non solo: tra le condizioni sulle quali si può agire con l’agopuntura ci sono anche la cervicalgia, l’emicrania, la fibromialgia e molte altre sindromi dolorose.

ASCO: in quali casi si consiglia l’agopuntura?

L’ASCO (American Society of Clinical Oncology) e la SIO (Society for Integrative Oncology) hanno pubblicato alla fine del 2022 delle linee guida molto precise sull’appropriatezza dell’agopuntura, e, più in generale, sull’utilizzo delle altre terapie integrate nei pazienti oncologici.

La società scientifica raccomanda il ricorso a questa pratica nei seguenti casi:

  • Dolori articolari correlati alla terapia con inibitori dell’aromatasi;
  • Dolori muscolo-scheletrici o generalizzati;
  • Interventi chirurgici o procedure invasive come la biopsia del midollo osseo;
  • Neuropatia indotta dalla chemioterapia.

Quest’ultimo punto merita un breve approfondimento. La correlazione tra chemioterapia e neuropatia, infatti, è spesso sconosciuta ai più, nonostante la neurotossicità di questi trattamenti possa dar luogo ad alcuni effetti collaterali spiacevoli: perdita di equilibrio, debolezza muscolare, formicolii, difficoltà motorie.

Le stesse raccomandazioni SIO-ASCO avallano anche l’utilizzo di altre terapie integrate per il trattamento dei casi sopra indicati. Tra queste, la digitopressione, l’hatha yoga e i massaggi.