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European Breast Cancer Conference: le novità

La quattordicesima edizione della European Breast Cancer Conference 2024 (EBCC), che si è tenuta dal 20 al 22 marzo a Milano, è stata l’occasione per mettere intorno a un tavolo specialisti e pazienti per discutere, ovviamente, di tumore del seno. Gli approfondimenti sono stati tanti, così come le novità emerse durante i tre giorni del congresso.

Tra le tante, eccone alcune.

Tumore al seno triplo negativo: nuovo test per prevedere l’efficacia dell’immunoterapia

Il tumore al seno triplo negativo, soprattutto se in fase iniziale, può essere curato con l’immunoterapia. Questo tipo di terapia, tuttavia, non è applicabile a tutte le tipologie di pazienti. Ci sono, infatti, delle pazienti che non rispondono al trattamento.

Lo studio I-SPY2, presentato durante la quattordicesima edizione dell’European Breast Cancer Conference, ha messo in risalto la possibilità, tramite un test genetico, di prevedere la risposta delle pazienti all’immunoterapia.

Laura J. Van’t Veer, co-direttore del Programma di Oncologia Mammaria e direttore di Genomica Applicata presso l’Helen Diller Family Comprehensive Cancer Center dell’University of California di San Francisco ha dichiarato: “I risultati del nostro studio dovrebbero stimolare una discussione sul fatto che la somministrazione di farmaci immunoterapici a tutte le pazienti con malattia triplo negativa, recentemente diventata lo standard di cura nella maggior parte dei Paesi, forse non è la strategia giusta. La nostra ricerca mostra che dovrebbe essere adattata in modo da selezionare solo quelle pazienti che hanno maggiori probabilità di beneficiare di questo trattamento, mentre le pazienti che difficilmente risponderanno all’immunoterapia potrebbero ricevere terapie differenti”.

I ricercatori hanno sviluppato un classificatore immunitario, composto da 53 geni, che si chiama ImPrintTN. Può essere utilizzato nella pratica clinica per prevedere la probabilità che una paziente risponda positivamente all’immunoterapia.

Grazie a questo tipo di test si potrà dare un’ulteriore spallata all’approccio unico al tumore al seno triplo negativo, come conferma Michail Ignatiadis dell’Institut Jules Bordet di Bruxelles e Presidente di EBCC24: “L’identificazione di biomarker per identificare le pazienti che non necessitano di immunoterapia neoadiuvante è un bisogno ancora insoddisfatto. I risultati presentati oggi mostrano che ImPrintTN potrebbe essere un biomarker promettente che, se ulteriormente convalidato, risparmierebbe a molte donne la tossicità di trattamenti che per loro non sono necessari”.

Studio monarchE: novità positive sull’uso dell’abemaciclib

Lo studio monarchE, i cui primi dati erano stati presentati alla fine del 2020 ad ESMO, il Congresso della Società Europea di Oncologia Medica, è stato oggetto di un importante aggiornamento  dei risultati, positivamente sorprendente.

Obiettivo dello studio è valutare l’efficacia dell’abemaciclib, un nuovo farmaco inibitore delle “Chinasi Ciclina-dipendenti”, nelle pazienti con tumore al seno ormonosensibile in fase iniziale e ad aumentato rischio di recidiva e metastasi.

In occasione di EBCC Giampaolo Bianchini, Responsabile Unità Tumori della Mammella dell’Ospedale San Raffaele di Milano, ha sottolineato un dato: “Abbiamo riscontrato una riduzione del rischio di recidiva del 32% e, se pensiamo che nella valutazione iniziale la riduzione del rischio di recidiva era del 25%, abbiamo un miglioramento importante”.

Ci sono, quindi, tutte le possibilità che con il progredire dello studio e con l’ampliamento della base di dati i risultati possano essere ancora migliori.

Chirurgia Innovativa: il trattamento dei linfonodi

La chirurgia innovativa ha trovato grande spazio durante EBCC 2024.

Nel corso del Congresso Lucio Fortunato, Direttore del Centro di Senologia dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma, ci ha parlato in particolare della chirurgia innovativa per la dissezione dei linfonodi: “Sul trattamento dei linfonodi abbiamo ormai comprensione che non tutte le donne con malattia linfonodale debbano fare la chirurgia ascellare e la chirurgia ascellare radicale. Questo è molto importante perché il ruolo della chirurgia e della chemioterapia neoadiuvante vanno ad incidere sulle complicanze, in particolar modo per il linfedema, con un’incidenza fino al 50%. E quindi la modulazione della chirurgia ascellare in questi casi è molto importante”.

Com’è noto, infatti, la rimozione chirurgica dei linfonodi ascellari è una delle principali cause di linfedema, complicanza molto diffusa tra le pazienti con tumore al seno sottoposte a chirurgia. Evitare la dissezione totale ricorrendo alle tecniche innovative attualmente disponibili, come l’Axillary Reverse Mapping, è essenziale per ridurre il rischio che questo disturbo si presenti.