La comunicazione medico-paziente? Un’alleanza che fa bene al corpo e alla mente
Una maggiore compliance, cioè adesione alle terapie, e un grado più elevato di soddisfazione, un incremento nella partecipazione agli studi, lo sviluppo di una relazione terapeutica stabile. Sono solo alcuni dei vantaggi legati a un’efficace comunicazione tra medico e paziente oncologico, come hanno dimostrato oltre 30 anni di lavori scientifici. Ed è proprio sulla base dell’importanza di intrecciare un’alleanza, che è stato istituito il Riconoscimento Umberto Veronesi al Laudato Medico. L’obiettivo? Segnalare gli specialisti che costruiscono un buon rapporto con le loro pazienti, un mix di accoglienza, ascolto, comunicazione e vicinanza al paziente. Questo vale per ogni specialista che si incontra lungo il percorso di cura e non solo, come talvolta si pensa, per quanto riguarda l’oncologo medico e il chirurgo, come ci raccontano i due Esperti che abbiamo intervistato e che fanno parte della Consulta dell’Edizione 2024 del Riconoscimento Umberto Veronesi al Laudato Medico.
Antonella Ciabattoni, dirigente medico UOC radioterapia, Presidio Ospedaliero San Filippo Neri, Roma
<< L’oncologo radioterapista “entra” nel percorso assistenziale in una fase in cui la malattia è già stata esplicitata dagli altri colleghi che fanno parte del team multidisciplinare, come l’oncologo medico e il chirurgo. La paziente, dunque, ha già un bagaglio di informazioni che chiede di arricchire per quello che riguarda la specificità del trattamento con la radioterapia, in particolare vuole risolvere dubbi e paure nell’ambito degli effetti collaterali.
Certo, non è semplice per l’oncologo radioterapista spiegare in termini semplici e con un linguaggio lineare le caratteristiche tecniche del trattamento e i possibili effetti collaterali, ma è fondamentale rassicurare la paziente, perché la tecnologia che oggi abbiamo a disposizione e le conoscenze cliniche, ci permettono di eseguire i trattamenti radianti in assoluta sicurezza.
Ritengo anche che per rassicurare la paziente, sia molto importante dire la verità, calando i concetti che esprimiamo nello scenario psicoemotivo della persona che abbiamo davanti. La modalità per farlo si impara grazie ad un’esperienza importante e che si matura negli anni.
Bisogna essere in grado di far sentire le persone “accolte” e questo significa sorridere, nonostante la drammaticità di alcune informazioni che vengono comunicate, guardarle negli occhi e farle sentire appunto “persone” prima che pazienti, parlare con loro con il rispetto e l’educazione che si meritano. Come sottolineo sempre con i colleghi più giovani, quando si ha di fronte una paziente, bisogna pensare che potrebbe essere uno di noi o un nostro familiare. >>
Massimo Calabrese, Presidente SIRM-Senologia
<< Nell’ambito dello specialista in radiologia ci sono due momenti durante i quali il rapporto medico-paziente acquisisce un ruolo importante. Intanto, la comunicazione del sospetto che viene effettuata dal radiologo stesso. E quindi, la comunicazione della diagnosi che in molte Breast Unit viene fatta dal radiologo insieme all’oncologo, al chirurgo e allo psiconcologo.
La prima, cioè la comunicazione del sospetto, è in un certo senso la più difficile, perché è un confronto a due, il radiologo e la donna. In questo ambito, molto dipende dalla capacità personale dell’esperto, dalla sua empatia, ma anche da quanto ha imparato durante i corsi ad hoc che vengono istituiti ormai in molte università, dove vengono insegnate le tecniche di comunicazione sia verbali che non verbali. Si pensa poco in particolare alla comunicazione non verbale, che invece ha un’importanza estremamente rilevante nel rapporto con la persona. Bisogna infatti sempre avere ben presente che si sta dicendo a una donna che potrebbe avere un tumore maligno, che deve sottoporsi a ulteriori accertamenti per escluderlo oppure per confermarlo e che in questi istanti, la persona ha una fragilità e una sensibilità estremamente elevate. Per questo, è basilare che il medico radiologo impari a gestire i movimenti corporei e lo sguardo, affinché sia possibile trasmettere rassicurazione, anziché incertezza, fiducia anziché diffidenza. >>
Dal 18 dicembre al 18 febbraio segnala sul sito www.europadonna.it/segnala-laudato-medico lo specialista che, nel tuo percorso di cura del tumore al seno, ha messo in pratica il suo approccio di ascolto e vicinanza alla paziente.