Prendere peso dopo il cancro: come e perché evitarlo
Prendere peso dopo aver avuto un cancro al seno è un’eventualità più diffusa di quanto si pensi. Sebbene nell’immaginario comune le patologie oncologiche siano associate al dimagrimento, infatti, il tumore al seno è accompagnato frequentemente da un aumento ponderale, per motivazioni che possono avere una radice sia psicologica che terapeutica .
Una delle ragioni per le quali si tende a prendere peso, ad esempio, è il cambio di abitudini: dopo la diagnosi i ritmi quotidiani vengono spesso abbandonati. Con questi, è facile che si rinunci anche allo sport. Contribuiscono anche i fattori psicologici, il maggior desiderio di dolci o comfort food e l’età: il cambio di metabolismo tipico di certe fasi della vita rende più difficile tenere sotto controllo il peso.
Secondo alcuni studi, esistono “fattori di rischio” specifici che rendono più probabile prendere peso durante la malattia:
- In primis, il trattamento con tamoxifene, ma anche con chemio e radioterapia;
- Avere un carcinoma di grado II o III;
- Una dissezione dei linfonodi ascellari più estesa;
- La pre-menopausa e l’induzione della menopausa a causa delle cure.
Ingrassare è un fattore di rischio?
Ingrassare durante le terapie oncologiche, per quanto sia un fenomeno diffuso, è un problema che richiede attenzione. Questo perché il peso è associato in vari modi sia alla comparsa della malattia in sé, sia ad un esito terapeutico meno favorevole.
L’obesità, infatti, è uno dei parametri che aumentano la probabilità di cancro al seno, soprattutto nelle pazienti in menopausa, ed è inoltre associata a tassi di sopravvivenza più bassi se presente alla diagnosi. Prendere peso dopo la diagnosi è altrettanto problematico: si stima infatti che l’obesità aumenti il rischio di recidiva del 30/40%, causi un tasso di mortalità più elevato e possa incidere negativamente anche sulla qualità di vita.
L’attività fisica nel paziente oncologico
L’attività fisica nel paziente oncologico è un’alleata imprescindibile, non solo per il controllo del peso. Sappiamo infatti che lo sport aiuta a controbilanciare molti effetti collaterali delle cure, come la fatigue o l’insonnia, e ha un effetto benefico anche sul benessere psicologico.
Nel caso in cui si nutrano dei dubbi sull’attività fisica da privilegiare, l’oncologo saprà consigliarci per il meglio, anche sulla base delle condizioni fisiche di partenza.
Altrettanto fondamentale è il confronto con il nutrizionista, che potrà procedere ad una valutazione dello stato di nutrizione e della composizione corporea del paziente.
Sicuramente è utile monitorare le eventuali oscillazioni di peso post diagnosi, per poter intercettare l’aumento di peso tempestivamente e intervenire sulla propria dieta e sul proprio stile di vita.
Non meno importante è il supporto psicologico: rifugiarsi nel comfort food nei momenti di difficoltà è un’abitudine comprensibile, ma che a lungo andare può rivelarsi deleteria per il nostro stato di salute. Anche in questo caso, chiedere aiuto ad un esperto può aiutarci a compiere scelte alimentari più ponderate.