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Transgender: accesso alle cure, prevenzione e altro 

Essere transgender, in un mondo ancora incentrato sulle esigenze di chi non lo è, rappresenta indiscutibilmente una sfida, non solo dal punto di vista sociale e culturale, ma anche sanitario. A confermarlo, una revisione dei dati e della letteratura scientifica in oncologia pubblicata all’inizio del 2023 su Jama Oncology, a cura di autori e ricercatori quasi tutti italiani.

La revisione, dal titolo “Cancer in Transgender and Gender-Diverse Persons: A Review” è una novità nel panorama scientifico nazionale. La ricerca aveva come focus quello di quantificare non solo il livello di rischio oncologico nelle persone transgender, ma anche le eventuali discriminazioni subite nell’accesso alle cure.

Vediamo i risultati.

I fattori di rischio

Durante lo studio è stata osservata una maggiore esposizione ai fattori di rischio oncologici nella popolazione transgender, soprattutto per quanto riguarda quelli modificabili. Tra questi, lo ricordiamo, ci sono il tabagismo, il consumo di alcol, l’obesità e le malattie sessualmente trasmissibili. In particolare, l’abuso di alcol e di fumo sembrano più diffusi tra le persone transgender di giovane età rispetto a quanto osservato nei coetanei cisgender.

Per quanto riguarda invece le infezioni da HPV e HIV, mentre la prima ha un’incidenza paragonabile a quella riscontrata nelle persone cisgender, per la seconda la prevalenza nei pazienti transgender è ancora netta.

Se da un lato questo dato può spiegare una maggiore frequenza di neoplasie correlate ai virus HPV e HIV, è altrettanto vero che il rischio di tumore al seno nelle donne transgender non è pari a quello riscontrato nelle donne cisgender.

Particolarmente interessante risulta il ruolo protettivo svolto dalle operazioni chirurgiche a cui diversi individui transgender si sottopongono per l’affermazione del genere: secondo la revisione, questi interventi riducono il rischio di sviluppare alcune neoplasie, tra cui quella del seno.

Non sono, invece, ancora disponibili dati sufficienti circa l’impatto delle cure ormonali sulla salute oncologica.

L’assistenza sanitaria

L’assistenza sanitaria per le persone transgender, non solo in ambito oncologico, risulta complicata da una serie di fattori. Prima di tutto, i dati raccolti indicano la popolazione transgender come particolarmente fragile, poiché più esposta a difficoltà economiche, fenomeni di marginalizzazione, sviluppo di malattie croniche e altro ancora.

La discriminazione spesso vissuta nei vari contesti della vita quotidiana si riflette nell’ambito sanitario, talvolta per mano degli stessi operatori, che, tramite vari sondaggi, hanno confermato di conoscere pochissimo le istanze e le peculiarità dei pazienti transgender. La scarsa informazione sul tema contribuisce a rendere ostile l’intero ambiente sanitario, scoraggiando non solo l’accesso ai servizi e alle cure, ma anche l’adesione ai programmi di screening.

La stessa revisione, infatti, ha confermato che la popolazione transgender aderisce raramente ai programmi di screening, anche a causa delle barriere socio-economiche.

I dati presentati in questa revisione, in conclusione, ci dicono che serve maggiore informazione dentro e fuori dagli ospedali del nostro Paese, perché i pazienti transgender possano finalmente accedere ad un’assistenza sanitaria inclusiva e di qualità.