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ASCO 2022: il riepilogo dell’ultimo congresso

L’ASCO 2023 è alle porte. Ogni anno all’inizio di giugno oncologi e ricercatori da tutto il mondo si ritrovano a Chicago per il Congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology, un appuntamento imprescindibile per vagliare gli studi clinici più interessanti e le principali novità del settore. 

In attesa dell’edizione 2023, ripercorriamo i momenti salienti dell’ASCO 2022. 

Oncotype DX 

Oncotype DX è un test genomico indicato per le pazienti con tumore al seno invasivo in stadio iniziale, per valutare l’effettiva necessità di ricorrere alla chemioterapia. Durante il Congresso 2022 la società scientifica americana ha reso noti gli aggiornamenti delle linee guida sull’utilizzo di questi test, estendendone l’uso anche alle donne in premenopausa con non più di tre linfonodi ascellari positivi e a quelle in menopausa con linfonodi negativi. 

Lo studio BioItaLEE 

Lo studio BioItaLEE, condotto in Italia e presentato all’ASCO 2022, ha coinvolto oltre 280 pazienti con tumore al seno avanzato o metastatico ormonosensibile e HER2 negativo, trattate con ribociclib, un inibitore di CDK4/6, e il farmaco ormonale letrozolo. Obiettivo dello studio è stato quello di valutare l’efficacia del trattamento proposto utilizzando due biomarcatori predittivi, la timidina chinasi 1 e il DNA tumorale circolante, ottenuti tramite prelievo. 

I primi risultati dello studio BioItaLEE hanno mostrato che la misurazione combinata dei due biomarcatori può fornire informazioni interessanti già dopo 15 giorni dal trattamento. 

Lo studio DESTINY-Breast04 

Lo studio DESTINY-Breast04 si è concentrato sulle potenzialità del trastuzumab deruxtecan, un anticorpo coniugato, ossia un farmaco che fonde le capacità di un anticorpo monoclonale con quelle di un chemioterapico. I dati presentati all’ASCO 2022 hanno evidenziato l’efficacia di questo trattamento per le pazienti con tumore al seno HER2 low non resecabile e/o metastatico. Fino a quel momento, l’utilità del trastuzumab deruxtecan era comprovata solo per le donne con tumori HER2 ad alta espressione. Come sottolineato dalla dottoressa Lucia Del Mastro, Direttore della Clinica di Oncologia Medica e Responsabile della Breast Unit dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova, in un’intervista sul tema, questa novità rappresenta un punto di svolta significativo, se si tiene conto del fatto il 50% dei carcinomi mammari metastatici è identificabile con un tumore HER2low. 

Lo studio LUMINA 

Lo studio LUMINA si è focalizzato invece sul trattamento radioterapico postoperatorio, spesso utilizzato per ridurre il rischio di recidive. Come altre ricerche presentate al Congresso ASCO, LUMINA ha dimostrato la possibilità di ridurre il cluster di pazienti da sottoporre a questa terapia, escludendo le donne con tumori al seno ormonosensibili trattate con terapia adiuvante dopo la chirurgia. Il tutto, com’è chiaro, senza aumentare il rischio che la malattia si ripresenti. 

Anche in questo caso, lo scopo dello studio è stato quello di individuare con maggior precisione i casi in cui la radioterapia postoperatoria sia effettivamente necessaria, evitando il trattamento e i suoi effetti collaterali alle donne che non ne hanno bisogno.