Radioterapia: cambiamenti in corso?
Durante l’ultimo congresso ASCO, American Society Clinical Oncology, è stato presentato un nuovo studio sulla radioterapia. Si tratta di “LUMINA: A prospective trial omitting radiotherapy (RT) following breast conserving surgery (BCS) in T1N0 luminal A breast cancer (BC). La stampa italiana ha ripreso questo studio per far luce sulla radioterapia postoperatoria. In particolare sulla possibilità, in casi selezionati, di evitare il trattamento, al fine di ridurre gli eventuali rischi di tossicità cardiologica.
Il commento dello Specialista
Alessandra Huscher
specialista in
Radioterapia Oncologica e Responsabile Breast Unit Fondazione Poliambulanza (Brescia)
I risultati
I risultati dello Studio LUMINA dimostrano che il trattamento radioterapico postoperatorio può essere omesso in casi selezionati di malattia Luminale A, trattati con terapia ormonale adiuvante dopo chirurgia conservativa. La chirurgia conservativa si adopera nei casi di età superiore a 55 anni, con linfonodi negativi e di carcinoma inferiore a due centimetri e con indice di proliferazione (Ki67) inferiore a 13,25%.
I dati di follow up a 5 anni dello Studio evidenziano percentuali di recidiva locale sovrapponibili e nessun effetto detrimentale dell’omissione del trattamento radiante sulla sopravvivenza.
Inoltre, i dati confermano, in ambito multidisciplinare e con un elevato livello di evidenza, un’ulteriore personalizzazione dell’approccio terapeutico, nell’ottica della de-intensificazione dei trattamenti.
La tossicità della radioterapia sul cuore
La tossicità cardiologica, in particolare a carico dei vasi coronarici, ha storicamente rappresentato un’importante problematica correlata al trattamento radiante del seno sinistro. L’evoluzione tecnologica ha consentito, e consente, stime precise della dose e il rispetto dei vincoli. Non si rilevano nelle casistiche più recenti significativi incrementi di mortalità per eventi cardiologici nelle pazienti trattate sul seno sinistro.
Come prevenirla?
E’ possibile identificare ed utilizzare più tecniche di prevenzione della cardiotossicità: la radioterapia ad intensità modulata (IMRT e VMAT), associata o meno alla sincronizzazione con le fasi del respiro, l’irradiazione parziale (PBI) e il posizionamento prono.
Da circa 15 anni le tecniche ad intensità modulata sono state introdotte e consentono, conformando in modo preciso la dose, una riduzione significativa della dose stessa al cuore.
L’irradiazione sincronizzata al respiro è la tecnica di riferimento: molteplici studi hanno dimostrato che l’ispirazione aumenta la separazione spaziale tra cuore e seno. Questo si traduce nella riduzione delle dosi cardiache. I dati disponibili consentono di affermare che è possibile ridurre il rischio di malattie cardiache del 13,6% e degli eventi coronarici maggiori del 25,2%.
Le tecniche di irradiazione parziale del seno, trattando solo la cavità chirurgica, determinano una riduzione della dose cardiaca.
La tecnica di posizionamento prono è stata sviluppata per le pazienti con seni voluminosi, per allontanare la ghiandola dalla parete toracica e per ridurre la dose al cuore. Il risultato dosimetrico è fortemente correlato all’anatomia della paziente.“