Lombardia, una mozione per inserire la mastectomia profilattica nei LEA
La proposta del consiglio regionale sprona la giunta a integrare nei livelli essenziali di assistenza gli interventi di riduzione del rischio del tumore del seno e dell’ovaio. L’obiettivo: garantire a tutte le donne portatrici di mutazioni BRCA percorsi di cura adeguati ed uniformi.
Nella seduta del 18 gennaio il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una mozione, presentata dal leghista Emanuele Monti, con la quale si chiede alla Giunta di integrare la mastectomia profilattica (cioè l’asportazione chirurgica del seno a scopo preventivo) nei livelli essenziali d’assistenza (LEA) quale strumento di prevenzione per le donne con mutazioni genetiche che predispongono a un’elevata probabilità di sviluppare tumori al seno. Ovviamente, chiarisce la mozione, « effettuare un simile trattamento rimane una scelta individuale che può essere presa dopo un’attenta e approfondita valutazione e discussione della persona coinvolta con un’équipe di professionisti altamente qualificati». Sempre nell’ottica di ridurre il rischio oncologico, la mozione suggerisce alla Giunta di valutare l’estensione del rimborso anche per l’istero-annessiectomia profilattica, cioè la rimozione chirurgica di ovaie e tube sane, nonché l’aggiornamento del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per il tumore della mammella.
L’inserimento di questi interventi tra le prestazioni incluse nei LEA consentirebbe la remunerazione alle strutture sanitarie pubbliche e private che appartengono alla rete regionale di Breast Unit. E dunque, garantirebbe percorsi di prevenzione e cura adeguati ed uniformi a tutte le donne portatrici di mutazioni BRCA, traguardo per il quale l’associazione aBRCAdabra si batte da anni. «Un’iniziativa richiesta a gran voce da tutte le principali associazioni dei pazienti in ambito oncologico e una strategia vincente per prevenire il cancro alla mammella e alle ovaie. Prevenzione e diagnosi precoce nelle donne con mutazioni genetiche sono gli strumenti per metterle al sicuro dall’insorgenza del carcinoma» ha dichiarato Emanuele Monti, consigliere regionale e presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali al Pirellone, in merito alla mozione n.680 di cui è primo firmatario.
«La mozione – prosegue Monti – nasce dalle continue interlocuzioni e dalle proficue collaborazioni con le associazioni di volontariato e i centri specializzati nella cura dei tumori della donna. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati oltre 50.000 casi di tumore alla mammella e quindi moltissime donne necessitano di cure salvavita che, non essendo contemplate nei LEA, hanno un costo molto alto e totalmente a carico delle pazienti. Da qui abbiamo deciso di avviare un percorso per rendere più agevole economicamente a tutte le donne l’accesso a queste cure salvavita». La Regione Lombardia si è già dotata, nel 2015, dell’esenzione del ticket sanitario per gli esami di diagnosi procace per le donne portatrici delle mutazioni BRCA 1 e 2. «Ora aggiungiamo un ulteriore tassello in questo percorso: vogliamo far sì che le donne con mutazione genetica riducano al minimo possibile il rischio di sviluppare neoplasie sia per la mammella che per le ovaie. Perché questo avvenga è necessario rendere gratuite queste prestazioni in quanto non sono previste dai LEA» conclude Monti.
Fonti:
https://www.facebook.com/aBRCAdabra.onlus/posts/300511058785321