8 marzo: donne, lavoro e diritti per le pazienti con tumore al seno
Europa Donna Italia, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, porta avanti il suo impegno nella tutela dei diritti delle pazienti con tumore al seno. In particolare, ribadisce il loro diritto al lavoro.
L’8 marzo, la data designata ufficialmente nel 1909 come Giornata Internazionale della Donna, quest’anno compie 113 anni densi di significato, ma anche di polemiche e talvolta di fake news, a cominciare dalle origini della ricorrenza. A lungo si è creduto che l’8 marzo fosse nato per celebrare il ricordo delle 123 operaie rimaste uccise nell’incendio della fabbrica Triangle, avvenuto a New York nel 1911. La decisione di istituire la festività, in realtà, venne presa dal Partito socialista americano come tributo alle rivendicazioni politiche, sociali e professionali delle donne. In seguito, l’iniziativa venne ricondivisa al di là dell’Atlantico.
Anche la data dell’8 marzo non fu subito accolta unanimemente: per molti anni ciascun paese scelse da sé il giorno in cui celebrare la Giornata, talvolta facendola coincidere con la Giornata del lavoro o con altre ricorrenze legate al mondo operaio e alle sue rivendicazioni.
Lavoro femminile: un panorama sempre più complesso
Il lavoro femminile, se confrontato con quello maschile, appare cronicamente associato a precarietà, divario salariale e minori possibilità di carriera. Da questo punto di vista, la pandemia da COVID-19 non ha migliorato la situazione. La disparità di genere già sottolineata in passato sembra anzi essere peggiorata per effetto dell’emergenza sanitaria: la ripresa occupazionale registrata nei primi sei mesi del 2021 vede come principali protagonisti gli uomini, destinatari di nuove attivazioni contrattuali nel 60.4% dei casi contro il 39.6% delle donne. Il lavoro femminile, inoltre, è strettamente legato alla formula part-time: mentre il 49.6% dei contratti delle donne prevede l’orario ridotto, per gli uomini la percentuale scende al 26.6%.
La paziente e il lavoro
Per una donna con tumore al seno la vita professionale rappresenta una sfida complessa, che comprende le necessità di armonizzare il percorso terapeutico intrapreso con il benessere psicologico e la realizzazione individuale. Consapevole dell’importanza di questo difficile equilibrio, Europa Donna Italia lavora da anni al fianco delle pazienti perché i loro diritti e quelli dei loro caregiver non vengano calpestati.
Nello specifico, per la paziente oncologica al lavoro esistono diverse tutele legali che passano prima di tutto attraverso il riconoscimento della presenza di un handicap o di invalidità civile, rilasciata dall’INPS entro 90 giorni dall’invio della documentazione necessaria. Le tutele in questione riguardano, per esempio, la possibilità di ottenere il trasferimento a una sede più vicina al domicilio, di richiedere lo smart working o di essere assegnati a mansioni più adeguate al proprio stato di salute.
Il sistema assistenziale non si rivolge solo a chi deve coniugare malattia e vita professionale, ma anche alle pazienti disoccupate, alle quali, in determinate condizioni, è riservato il diritto di iscriversi alle liste speciali del collocamento obbligatorio.
Nonostante ciò, i casi di discriminazione ai danni della paziente oncologica restano frequenti: dal mobbing al demansionamento, fino a premi di produzione e scatti di carriera mancati. Gli strumenti per colpire la dipendente sembrano tantissimi e non sempre documentabili ai fini di una denuncia. Ancor più complessa la situazione per i lavoratori autonomi, tendenzialmente meno tutelati.
Anche per questo Europa Donna Italia ha lanciato l’anno scorso l’iniziativa TrasformAZIONE 2021, che si rivolge alle pazienti o alle ex pazienti oncologiche con l’obiettivo di sostenerle nel rientro o nel primo ingresso nel mondo del lavoro.