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Si conclude “Breast Unit: la squadra che vince”

“Breast Unit: la squadra che vince”: il progetto realizzato da Europa Donna Italia in collaborazione con ALTEMS e con il patrocinio di AIOM e Senonetwork, per valorizzare la multidisciplinarietà dei centri di senologia in Abruzzo, Puglia e Umbria.

È dal 2014 – cioè dall’approvazione delle Linee di indirizzo sulle modalità organizzative ed assistenziali della rete dei Centri di senologia – che Europa Donna Italia cammina al fianco delle Istituzioni regionali nell’attuazione e nel monitoraggio dei centri di senologia multidisciplinari.

Nonostante in questi sette anni il modello Breast Unit sia stato consolidato sul tutto il territorio nazionale, permangono tra le regioni, e a volte all’interno della stessa regione, forti disparità nel completamento organizzativo e a livello di performance.

Per questo è nato “Breast Unit: la squadra che vince”, un progetto che, passando dal coinvolgimento di tre regioni (Abruzzo, Umbria e Puglia), ha permesso a Europa Donna Italia di proseguire nel dialogo con tutti gli attori coinvolti nella senologia, con lo scopo di unirli per identificare i problemi a livello regionale e proporre soluzioni volte ad assicurare a tutte le pazienti qualità ed equità di diagnosi, cura e assistenza.

Il progetto si è articolato in due fasi:

  • Un primo momento di indagine, svolto in collaborazione con ALTEMS – l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari – per guardare il quadro complessivo da due diversi punti di vista (quello delle Breast Unit e quello delle associazioni che collaborano con esse) e, di conseguenza, capire quali fossero i punti di forza e quali le criticità su cui intervenire.

  • Una seconda fase di confronto, in cui i dati raccolti sono stati presentati all’interno di tre distinti tavoli di lavoro, ai quali sono stati chiamati a partecipare, congiuntamente, Istituzioni, medici e associazioni.

Tra le maggiori criticità rilevate nelle Breast Unit in regione Puglia: il mancato raggiungimento del numero minimo dei casi trattati annualmente e alcune carenze sia nella composizione del core team sia nella gestione del follow up delle pazienti.

Rilevante anche la scarsa l’interazione tra le Breast Unit, che mancano di un sistema informatico omogeneo di raccolta dati e di un’organizzazione centralizzata dei servizi esterni.

L’Assessore alla Salute Pier Luigi Lopalco, intervenuto durante il tavolo di lavoro del 27 settembre, ha ribadito la sua disponibilità a collaborare, dichiarando che “massimo è il supporto delle Istituzioni che, tramite l’AReSS, hanno avviato un processo di audit di tutti i centri di senologia per cercare di creare omogeneità nella qualità delle cure.”

Anche per quanto riguarda l’Abruzzo, le principali questioni da affrontare rimangono la disomogeneità tra le strutture e le carenze nella composizione del team e nella valutazione della qualità dei servi offerti.

Nonostante questo, come ricordato dall’Assessore alla Salute Nicoletta Verì, la Regione ha appena compiuto un passo fondamentale per accelerare i lavori e uniformare le procedure di presa in carico e terapia delle pazienti, ancora molto frammentate. Lo scorso 3 settembre, infatti, ha approvato il nuovo PDTA mammella regionale.

Per quanto riguarda l’Umbria, l’indagine svolta parla chiaro: le Breast Unit della regione presentano caratteristiche in linea con gli standard previsti dalle linee guida nazionali e possono vantare una buona qualità dell’organizzazione. Inoltre, l’approccio multidisciplinare e il lavoro di squadra sono ormai consolidati.

Permangono comunque delle criticità, come l’assenza del datamanager e la mancanza di un PDTA regionale e di una commissione di coordinamento della rete senologica.

“Il nuovo piano sanitario di prossima approvazione avrà proprio l’obbiettivo di rafforzare le reti” ha assicurato Massimo Braganti, Direttore Regionale Salute e Welfare, durante il tavolo di lavoro dello scorso 10 novembre.

Una volta accantonate le differenze regionali, però, restano i punti di contatto che accomunano le regioni nello spazio delle soluzioni. Tra questi, la convinzione che la chiave per il successo stia proprio nella collaborazione tra i diversi attori coinvolti nella lotta contro il tumore al seno.

Tutti d’accordo anche sul fatto che la rilevazione della qualità percepita dalle pazienti – attività spesso assente all’interno delle Breast Unit – sia un aspetto imprescindibile per migliorare la modalità di erogazione del servizio. In questo, le associazioni di volontariato potrebbero essere una risorsa importante.

“Il nostro auspicio” Afferma Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna Italia “È che la disponibilità all’ascolto e alla collaborazione dimostrata dalle Istituzioni regionali si traduca in un effettivo coinvolgimento delle associazioni anche nei tavoli di coordinamento e monitoraggio della rete senologica e oncologica.”