A.P.S. EUROPA DONNA ITALIA
VIA CONSERVATORIO 15
20122 MILANO
TEL 02 36709790
SEGRETERIA@EUROPADONNA.IT
IBAN: IT32 J030 6909 6061 0000 0013 702
CF: 97560520153

n

Europa Donna

Quando lo screening funziona. Taranto, un esempio virtuoso

Equità, organizzazione, elevati standard di qualità: il bilancio del primo decennio di screening mammografico in terra jonica mette in luce le caratteristiche di un programma efficiente.

Il programma di screening mammografico organizzato nella città di Taranto e nella sua provincia è stato avviato ormai più di dodici anni fa, il 1° gennaio 2009. Prima di quella data l’esecuzione della mammografia era lasciata all’iniziativa delle singole donne e di conseguenza l’accesso alla prevenzione era prerogativa solo di quelle che ne conoscevano il valore. Lo scenario era pertanto di non equità. Ma anche ipotizzando una piena consapevolezza del valore della prevenzione da parte di tutte le donne, a causa del loro numero elevato (oltre 80.000 nell’intera provincia), l’esecuzione periodica della mammografia non poteva essere garantita con regolarità.

Indubbiamente solo lo screening organizzato poteva coniugare i due requisiti sopra descritti, equità e organizzazione, invitando tutte le donne ad eseguire la mammografia e garantendone nel contempo la periodicità biennale.

Equità ed organizzazione non sono però i due soli aspetti che valorizzano lo screening mammografico. I radiologi impegnati nello screening esercitano elevati volumi di attività e sono soggetti a periodiche misurazioni delle diagnosi corrette, fattori che garantiscono anche un elevato standard di qualità delle prestazioni offerte.

Dal momento che il primo decennio di screening mammografico in terra jonica (2009-2019) costituisce un intervallo di tempo congruo per un bilancio dell’attività svolta, tale report è stato recentemente redatto – attraverso una raccolta autonoma degli indicatori logistici, di processo e di risultato – e pubblicato sul sito GISMa. La sua stesura ha rappresentato, nelle intenzioni, un riconoscimento dell’impegno di tutti gli operatori sanitari – medici radiologi e tecnici sanitari di radiologia medica in prima linea – che in questi anni si sono adoperati ed hanno agito, attraverso il programma di screening, per la tutela della salute femminile.

Vediamone in sintesi i contenuti.

 

Estensione – la percentuale di donne invitate.

La popolazione target – cioè quella a cui è dedicato lo screening mammografico – dell’intera provincia è costituita da 85.899 donne nella fascia d’età dai 50 ai 69 anni.

Nel passaggio daI primo al quinto biennio di attività dello screening vi è stata una progressiva e costante crescita del numero di donne che hanno ricevuto periodicamente l’invito (estensione effettiva), che nel 2019 ha raggiunto l’86% della popolazione target.

 

Adesione

Il tasso grezzo di adesione, cioè il rapporto tra il numero di donne invitate e il numero di donne che hanno aderito, calcolato sui 10 anni, è risultato del 48%, quindi conforme alla media nazionale. Tale valore è tuttavia inferiore a quello che si otterrebbe se si partisse dal tasso di adesione reale, che purtroppo però non è possibile calcolare per mancanza di dati sugli inviti non recapitati, su quelli disattesi per mammografie recenti effettuate al di fuori del programma di screening e sulle esclusioni definitive.

L’analisi qualitativa delle adesioni ha mostrato negli anni tassi di adesione del 70% per le donne fidelizzate (responders) e del 30% per le non rispondenti o per i primi inviti.

 

Tumori intercettati

Complessivamente sono stati diagnosticati 842 carcinomi, con tasso di identificazione, su 144.446 mammografie effettuate, pari al 5,8%.

Il tasso proporzionale di identificazione dei tumori calcolato sulla città di Taranto risulta superiore rispetto a quello delle altre aree della provincia, conformemente ai dati rilevati dal Registro Tumori regionale che collocano la città tra i siti di interesse nazionale per una più elevata incidenza di patologie tumorali.

Il 46% dei tumori è stato diagnosticato nel primo biennio di attività dello screening; la percentuale si riduce progressivamente sino al quinto biennio (4,16%). Questo dato rispecchia l’andamento tipico di un programma di screening dal suo inizio al suo consolidamento: la riduzione progressiva del numero di tumori intercettati è dovuta al graduale passaggio dall’osservazione di tutti i tumori al seno presenti in un dato momento nella popolazione target (prevalenza) a quello dei soli nuovi tumori insorgenti (incidenza).

Nei vari bienni di attività le dimensioni medie dei tumori diagnosticati sono risultate inferiori ai 15 mm, dimostrando una buona capacità dello screening di identificare lesioni impalpabili e perciò destinate a un trattamento conservativo. Come atteso, i tumori di dimensioni maggiori sono stati diagnosticati nel primo biennio di attività (dimensioni medie: 14,36 mm), mentre nei bienni successivi le dimensioni dei tumori diagnosticati si sono progressivamente ridotte (media dell’ultimo biennio: 10 mm).

Degli 842 carcinomi diagnosticati, 151 (pari al 17,93%) sono risultati del tipo duttale in situ, ossia non ancora invasivi.

Il tasso di carcinomi di intervallo (tumori che giungono all’evidenza clinica nei due anni che intercorrono tra una mammografia di screening negativa e la successiva) intercettati globalmente nel corso dei 10 anni di attività del programma di screening, risulta pari al 5,82% del numero totale di tumori diagnosticati. Si tratta di un valore sicuramente inferiore a quello della situazione reale che tuttavia non è possibile quantificare per mancanza di altri dati.

L’adesione delle donne agli approfondimenti diagnostici è stata di oltre il 95%.

 

Approfondimenti di diagnostica interventistica

Tutti i prelievi di tessuto mammario sono stati effettuati tramite microbiopsia, una procedura diagnostica in grado di fornire informazioni sulle anomalie del tessuto e sulla biologia del tumore e quindi di favorire la definizione di un appropriato approccio terapeutico.

Il tempo intercorrente tra l’esecuzione della mammografia e l’effettuazione del prelievo è stato pari a circa 25-30 gg.

 

Il 2020 e l’impatto del Covid

Nel 2020 la pandemia da Covid ha determinato, nel primo passaggio del sesto biennio di attività, un’interruzione dell’andamento positivo degli inviti allo screening (dall’86% di donne invitate nel 2019 siamo passati al 41% nel 2020).

Conseguentemente, il numero di inviti spediti nel 2020 è risultato inferiore di circa il 50% rispetto a quello del 2019 (17.211 inviti nel 2020 vs 34.488 nel 2019). Le mammografie effettuate nel 2020 sono state 9.077, poco più della metà (54%) di quelle effettuate nel 2019 (16.913).


Articolo in collaborazione con il dott. Giuseppe Melucci, coordinatore della Breast Unit dell’Ospedale Santissima Annunziata di Taranto.