Tumore al seno metastatico: “Servono percorsi di cura dedicati e rapido accesso alle nuove terapie”
Oggi la Giornata Nazionale dedicata alla sensibilizzazione sulla patologia in stadio IV che si è diffusa ad altri organi. Nel nostro Paese sono 37mila le persone con la malattia in questa fase avanzata, che hanno necessità di programmi di assistenza specifici. Ed è indispensabile l’approccio multidisciplinare per favorire l’inserimento negli studi clinici
Roma, 13 ottobre 2021 – Oggi in Italia vivono più di 37mila persone con tumore della mammella metastatico, una cifra in costante aumento grazie alle nuove terapie che consentono, in molti casi, di cronicizzare la malattia. Il 30% di questi pazienti (la neoplasia può colpire anche una minima percentuale di uomini) oggi è vivo a 5 anni dalla diagnosi. Un risultato molto importante, che può essere migliorato superando gli ostacoli ancora presenti nell’assistenza. In particolare, in tutti i centri vanno applicati percorsi dedicati per garantire omogeneità e continuità di servizi, va garantita la discussione multidisciplinare anche dei casi metastatici e devono essere fatti tutti gli sforzi per favorire il loro arruolamento in breve tempo negli studi clinici e il rapido accesso alle terapie innovative.
Le richieste sono avanzate da ANDOS Onlus (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno), Europa Donna Italia, FAVO (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) e IncontraDonna Onlus nel corso di una conferenza stampa a Roma al Ministero della Salute, per presentare la Giornata Nazionale del Tumore Metastatico della mammella, che si celebra oggi. All’incontro con i giornalisti intervengono anche il Ministro della Salute, Roberto Speranza e il Direttore Generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute, Andrea Urbani.
“Lo scenario della malattia metastatica in questi anni è cambiato grazie alla disponibilità di farmaci che riescono a controllarla a lungo nel tempo – spiega Paolo Marchetti, Direttore Oncologia Medica B del Policlinico Umberto I di Roma e Ordinario di Oncologia all’Università La Sapienza -. Da tempo siamo sempre più in grado di guarire la malattia micrometastatica, grazie al trattamento adiuvante post-operatorio. Questa forma presenta agglomerati di cellule tumorali metastatiche molto piccoli, che vengono eliminati con le terapie. Altra forma è quella oligometastatica, in cui le lesioni metastatiche sono limitate per numero e sede. Una percentuale significativa di questi casi può essere condotta a guarigione grazie alle terapie mirate, all’immunoterapia, ai farmaci veicolati sulle cellule tumorali attraverso anticorpi che riescono a superare i meccanismi di resistenza alla terapia ormonale e all’integrazione e personalizzazione dei diversi approcci. Nella malattia metastatica diffusa riusciamo a ottenere remissioni prolungate, per cui per molte donne si può parlare di cronicizzazione con una buona qualità di vita. Non è raro trovare pazienti vive anche oltre 10 anni dalla diagnosi. Però è fondamentale che la valutazione della neoplasia metastatica avvenga da parte di gruppi multidisciplinari. La ricchezza della discussione a più voci e la complementarietà dei saperi serve anche in questa fase e può favorire l’inserimento negli studi clinici. Ci auguriamo inoltre che l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) consenta quanto prima ai gruppi multidisciplinari di accedere al Registro nazionale delle sperimentazioni cliniche, in questo modo i tempi di arruolamento negli studi possono ridursi a pochi mesi invece degli attuali 2-3 anni”.
Lo sforzo congiunto delle quattro associazioni ha portato lo scorso anno all’istituzione della Giornata Nazionale con una direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
“Europa Donna Italia è il Movimento che da oltre 20 anni è impegnato a sostenere i diritti delle pazienti con tumore al seno e le donne in generale per ottenere migliori e più equi accessi dalla prevenzione alla cura su tutto il territorio – sottolinea Rosanna D’Antona, Presidente Europa Donna Italia -. L’anno scorso è stato formalizzato ciò che chiedevamo da 5 anni: dedicare una giornata al tumore al seno metastatico anche in Italia significa sensibilizzare opinione pubblica e operatori sanitari su questa fase della malattia che richiede trattamenti e percorsi diversi dal tumore al seno. Si tratta di una patologia curabile, anche se non ancora guaribile e l’istituzione formale della Giornata Nazionale non rappresenta un punto di arrivo bensì un punto di partenza, affinché le Istituzioni prendano coscienza delle specificità di questo tipo di cancro e si assumano l’impegno di individuare l’approccio di politica sanitaria più adeguato. Quest’anno 85 delle nostre 174 associazioni hanno organizzato qualcosa come 175 eventi in 18 Regioni e in 123 città: eventi scientifici, sportivi, di intrattenimento, informativi e illuminazioni, a cui partecipano pazienti, clinici, cittadini, media e autorità locali. A fianco di queste attività, abbiamo previsto numerosi incontri istituzionali con gli Assessori regionali per far passare le richieste dei 7 punti del nostro manifesto a livello territoriale. Nel documento, oltre ai percorsi specifici, all’accesso rapido ai farmaci innovativi, ai team multidisciplinari e all’informazione sugli studi clinici, chiediamo anche l’assistenza dello psiconcologo, l’accesso agevolato agli esami per i frequenti controlli diagnostici e l’accertamento dell’invalidità civile in tempi brevi. Il tutto per migliorare la qualità di cura e di vita di queste pazienti. Inoltre l’edizione aggiornata (2020) dei requisiti EUSOMA per i centri di senologia indica che devono includere almeno 25 pazienti con tumore metastatico del seno all’anno. Sarebbe quindi auspicabile un aggiornamento in tal senso anche delle linee di indirizzo nazionali”.
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