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Europa Donna

Malati di cancro uniti per chiedere garanzie ai sistemi sanitari

Europa Donna Italia, insieme a più di 290 associazioni oncologiche internazionali, ha firmato una lettera aperta da far pervenire sui tavoli dei politici di tutto il mondo e voluta dalla ECPC, la Coalizione europea dei pazienti oncologici: l’obiettivo è mettere in atto provvedimenti concreti affinché i sistemi sanitari nazionali, messi in crisi dalla pandemia, garantiscano le cure contro il cancro.

La Joint Letter on Covid-19 and Cancer è stata presentata il 7 aprile in occasione della Giornata mondiale della salute. Con questa iniziativa, le 292 associazioni di tutto il mondo hanno chiesto alle istituzioni di impegnarsi in prima linea per garantire  la tutela dei pazienti oncologici e per impegnarsi nella lotta contro il cancro attraverso la pubblicazione di un post ufficiale sui propri canali in cui si afferma che “Sono impegnato e investirò nella prevenzione e nella cura del cancro”.

La lettera è stata recapitata alle istituzioni degli Stati membri dell’Unione europea e a tutti i membri italiani del Parlamento europeo. Essa si sviluppa in tre punti volti a tutelare sia i diritti dei pazienti oncologici che hanno visto posticipare e rallentare il proprio percorso di cura, sia i diritti alla prevenzione per la popolazione in fascia di rischio che ha dovuto rinunciare agli appuntamenti di screening a causa della pandemia.

Garantire l’accesso in sicurezza a cure e percorsi di screening è, dunque, il primo dei tre punti. Poiché è probabile che per via dei ritardi diagnostici del 2020 si assisterà ad un’aumentata richiesta di terapie ed esami, il secondo punto fa leva su numeri e previsioni, esortando i governi e le istituzioni sanitarie a farsi trovare preparate. Infine, il terzo punto chiede di continuare a investire forze e risorse per aumentare l’approccio multidisciplinare nella cura del cancro e dei sintomi correlati nonché per accelerare la diagnosi precoce, superando così le battute d’arresto del 2020.

Questa lettera rientra in una serie di iniziative espresse da più parti, per esempio da Aiom, Favo e Foce, per la  tutela dei diritti e della cura delle categorie fragili. Ma non è mai chiedere troppo quando si parla di diritti alla cura e alla prevenzione. (F.D.)