Prevenzione e qualità di vita dopo il tumore: un esempio virtuoso di continuità di cura e assistenza
Le donne che hanno avuto un tumore al seno necessitano di una serie di servizi essenziali per reinserirsi nella vita lavorativa e sociale e per proteggersi contro il rischio di un ritorno di malattia. Una strategia per far fronte a questo bisogno sempre crescente, al quale il sistema sanitario pubblico non è in grado di rispondere da solo, può derivare dalla sinergia tra ospedale e amministrazione locale: lo dimostra il progetto oncologico “Stanza insieme”, esempio di un’efficace alleanza socio-sanitaria tra enti pubblici.
[su_pullquote]ILARIA PAZZAGLI è direttrice della struttura di Oncologia dell’Ospedale Santi Cosma e Damiano di Pescia (PT) nonché responsabile del Gruppo oncologico multidisciplinare sul tumore mammario per Pistoia e Pescia[/su_pullquote]
Sono circa 3,5 milioni gli italiani che in un passato più o meno recente hanno avuto una diagnosi di tumore. Il 54% sono donne, di cui circa 815.000 hanno avuto un tumore al seno. Queste persone “survivors” – cioè sopravvissute, come vengono definite un po’ troppo sinteticamente in termini anglosassoni – si trovano in situazioni molto diverse: tra loro infatti ci sono sia donne con tempo dalla diagnosi di 5-10 anni (alcune delle quali in terapia endocrina ancora in atto), sia donne con tempo dalla diagnosi di oltre 10 anni, che comunque continuano il follow-up oncologico strumentale.
Per queste donne l’attenzione alla qualità della vita, che implica il reinserimento negli ambiti lavorativo e sociale e la ripresa delle proprie occupazioni, oltre al mantenimento di un buono stato di salute attraverso la cosiddetta prevenzione terziaria, risulta di particolare importanza. Non a caso l’assistenza e il miglioramento della qualità di vita di coloro che hanno avuto l’esperienza del tumore è uno degli obiettivi prioritari della Mission cancer, una delle cinque missioni strategiche del programma Horizon della Commissione Europea per lo sviluppo e l’innovazione.
In ambito di prevenzione terziaria – ma con una connessione diretta a quella primaria – uno stile di vita corretto, soprattutto una sana alimentazione e nutrizione e il mantenimento e raggiungimento del peso corporeo “ideale”, sono obiettivi sanitari primari che però non sempre possono essere adeguatamente supportati e raggiunti dal nostro SSN, a causa dei costi che comportano.
Un obiettivo che da sempre cerco di perseguire è quello trovare il modo di fornire servizi sanitari non considerati tra i LEA – cioè obbligatori e gratuiti – ma che, in accordo con la comunità scientifica oncologica, ritengo necessari per questa tipologia di pazienti. Un primo importante risultato ottenuto in questa direzione è un percorso, unico nel suo genere, recentemente attivato nella struttura di Oncologia da me diretta. Si tratta di un progetto nato dalla stretta collaborazione tra l’Ospedale Civile dei Santi Cosma e Damiano di Pescia, l’amministrazione comunale di Pescia, nella persona del sindaco Oreste Giurlani, e l’istituto scolastico superiore alberghiero di Montecatini Terme, finalizzato a fornire alcuni sevizi gratuiti per le nostre pazienti, per sostenerle sia durante sia dopo le terapie e favorirne la completa riabilitazione, con effetti positivi sulla persona e le sue relazioni in famiglia, nell’ambiente di lavoro e nella comunità.
Il progetto, attivo da fine settembre e denominato “Stanza insieme“, si svolge all’interno di una sala di un ex convento del Settecento, messa a disposizione gratuitamente dal Comune di Pescia, adibita ad attività dedicate e gratuite per i pazienti oncologici di ogni genere ed età: un servizio di estetica oncologica, make up personalizzati, cura di viso, corpo e capelli, massaggi; consulenza dietetico-nutrizionale per il mantenimento del peso forma, la prevenzione della sindrome metabolica, di recidive o di secondi tumori; sessioni di yoga e attività pratiche e ricreative correlate alla psico-oncologia, come scuola di musica e di pittura. Inoltre, il progetto prevede l’utilizzo gratuito della piscina comunale un giorno alla settimana da parte dei pazienti in terapia.
Particolare rilevanza socio-sanitaria riveste l’ambulatorio dietetico-nutrizionale, che aiuta i pazienti a migliorare il proprio stile alimentare in base alle raccomandazioni nutrizionali condivise dalla comunità scientifica e fornisce loro indicazioni personalizzate per seguire uno stile nutrizionale che aiuti a prevenire o a meglio tollerare gli effetti collaterali delle terapie. Siamo inoltre in attesa di avviare un progetto, presentato in Regione con bando ufficiale, di messa in pratica di elementi essenziali di “cucina salutare”: i pazienti verranno coinvolti in prove pratiche di scelta e preparazione degli alimenti e di realizzazione di piatti e menu sani e stagionali, in collaborazione con l’istituto alberghiero “La Querceta” di Montecatini Terme, e sotto la guida di personale di elevata competenza tecnico-professionale e di preparazione specifica e dedicata.
Un esempio concreto ed efficace di umanizzazione della medicina, intesa come attenzione alla persona e non esclusivamente alla malattia, e un’importante opportunità di accoglienza, solidarietà e totale reintegro nella società dei malati oncologici.