LILT Trieste, Bruna Scaggiante nominata cavaliere
Trieste – Orgoglio, gioia ma anche gratitudine: in attesa della cerimonia ufficiale, la sezione giuliana della LILT festeggia l’encomio ricevuto dalla presidente Bruna Scaggiante, da poco nominata Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
“Questo riconoscimento, assegnato a chi si è distinto nell’impegno sociale, ripaga tanti anni di sacrifici, non solo in termini professionali ma anche di tempo sottratto alla famiglia. Tuttavia, il traguardo andrebbe condiviso con tutte le persone, amici e colleghi, che hanno creduto nella possibilità concreta di prendersi cura della donna con tumore al seno nella sua interezza” sostiene Scaggiante.
L’impegno di Scaggiante nella LILT Trieste inizia più di dieci anni fa come volontaria per poi assumere il ruolo di commissario nel delicato processo di ricostituzione del direttivo e subito dopo quello di presidente. Ma non solo. Perché, soprattutto nei primi tempi, le capitava di occuparsi letteralmente di tutto, “dalla segreteria all’ufficio stampa, continuando a fare da tramite con le istituzioni nonché a tenere lezioni di yoga” ricorda la presidente. Il tutto, cercando di conciliare il volontariato con l’attività di ricerca: Scaggiante è infatti ricercatrice e docente di Biologia molecolare presso l’Università di Trieste.
“Ho lavorato molto sulla patologia mammaria, finendo per coinvolgere un numero crescente di professionisti che lavorano nei programmi di screening e nei trattamenti terapeutici. Alcuni di loro ora fanno parte del direttivo di LILT Trieste” sorride Scaggiante. L’obiettivo, oggi come allora, è lo stesso: migliorare la qualità della vita delle donne con tumore al seno.
Dal rendere più confortevole la permanenza in ospedale al sostegno psicologico, passando per la fisioterapia e la cura dell’immagine corporea, in questi dieci anni LILT Trieste ha scelto di puntare sull’innovazione e sull’eccellenza. Grazie anche alla costituzione di un nucleo di professionisti capaci di accompagnare la donna lungo l’intero percorso, non solo terapeutico. “Non siamo interessati a mostrine o riconoscimenti. Però crediamo fermamente nel valore delle competenze. Che si tratti di terapie farmacologiche o di estetica oncologica, poter disporre dell’esperienza di un professionista è un diritto della donna” sostiene Scaggiante.
Questo valore aggiunto ha permesso di raggiungere traguardi importanti. Per esempio, l’ospedale Maggiore di Trieste è stata la prima struttura pubblica in Italia a dotarsi delle cosiddette cuffie refrigeranti per mitigare la perdita dei capelli dovuta alla chemioterapia. Più in generale, la partecipazione a bandi di ricerca ha permesso di migliorare servizi e attività, traducendo nella pratica ciò che in altre realtà da troppo tempo rimane sulla carta.
Oggi, l’Azienda sanitaria universitaria giuliano-isontina dispone di una data manager che ha reso più efficiente e razionale il programma di screening. Mentre la Breast Unit dell’ospedale Cattinara ha ricevuto la certificazione Eusoma anche grazie alla vivace componente associazionistica presente. L’ultimo progetto approvato, il cui avvio è imminente, riguarda la riabilitazione neurocognitiva. “In alcune donne con tumore al seno o all’ovaio la chemioterapia finisce per alterare i processi cognitivi. Il mantenimento o il recupero di queste capacità migliora le relazioni sociali. E, aspetto non secondario, può contribuire a mantenere il posto di lavoro” assicura Scaggiante.
Tutto ciò è stato possibile grazie alla capacità di fare rete non solo con il personale ospedaliero ma anche con istituzioni e università. Il coinvolgimento di tutti gli attori è fondamentale per cambiare lo status quo e gettare le basi per un futuro compatibile con l’inverno demografico del Paese. “La popolazione italiana invecchia sempre di più. Affinché il sistema non collassi è necessario che la maggiore longevità sia associata il più possibile a uno stato di salute buono. Per fare ciò dobbiamo moltiplicare gli sforzi nella prevenzione” conclude Scaggiante.