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“Ci sono e ci sarò”: oggi la 20esima giornata mondiale contro il cancro

Milano – I am and I will cioè “ci sono e ci sarò”. Questo lo slogan scelto  dall’Union for International Cancer Control per celebrare la 20esima giornata mondiale contro il cancro. La federazione raduna oltre un migliaio tra società scientifiche e associazioni di tutto il mondo e sostiene la necessità di azioni urgenti per colmare le lacune e ritardi inaccettabili nella consapevolezza del rischio di cancro.

Nel mondo

Secondo la terza edizione dell’Atlante mondiale del cancro, nel 2018 sono stati diagnosticati oltre 18 milioni di casi di tumore, una cifra destinata ad aumentare di circa il 60% entro il 2040 a causa dell’invecchiamento e dell’aumento demografico della popolazione mondiale. Il tumore al polmone rimane quello più diagnosticato nonché responsabile del maggior numero di decessi: 2,1 milioni di nuovi casi e 1,8 milioni di decessi nel solo 2018. Il tumore al seno è di gran lunga quello più frequente nella popolazione femminile e il secondo in quella generale (2 milioni nuovi casi nel 2018). Per fortuna, è anche uno di quelli con prognosi relativamente favorevole se diagnosticato per tempo: nel 2018 i casi di decesso sono stati 627 mila. Completano la lista dei tumori più frequenti quello del colon-retto (1,8 milioni di nuovi casi, 881 mila decessi), seguito da quello della prostata e dello stomaco.

In Italia

Nei Paesi occidentali la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi continua ad aumentare e l’Italia in particolare fa registrare la sopravvivenza più altra tra quelli europei. In 10 anni in Italia i pazienti vivi dopo la diagnosi di tumore sono aumentati del 53%: erano 2 milioni e 250 mila nel 2010 mentre oggi sono 3 milioni e 460 mila. Nel 2019 le nuove diagnosi di tumore in Italia sono state 371mila, in calo di circa due mila casi rispetto al 2018. Soprattutto grazie all’efficacia dello screening del tumore del colon retto, l’ unico che permette di individuare ed eliminare lesioni a rischio prima ancora che diventino neoplasie.

Tuttavia, come ricorda Giordano Beretta, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica intervistato da Ansa, “sono ancora troppe le differenze sul nostro territorio: dall’adesione e copertura degli screening ancora troppo basse al Sud, alla realizzazione delle reti oncologiche regionali a macchia di leopardo, alla disponibilità solo in alcune Regioni più virtuose di terapie efficaci e di test in grado di analizzare il profilo molecolare del tumore”.  

Il tumore al seno

Per esempio, nota Beretta, “se l’attivazione degli screening sul tumore della mammella è al 100% in Lombardia, dove l’adesione delle donne fra 50 e 69 anni è del 60% […] in alcune zone del sud, con l’attivazione al 20%, aderisce solo il 20% delle donne”. La copertura è pressoché completa nelle Regioni del Nord e del Centro mentre al Sud solamente 6 donne su 10 ricevono l’invito. Nonostante la spesa sanitaria pubblica del nostro Paese in rapporto al PIL sia diminuita negli ultimi anni, lo screening proposto dal Sistema Sanitario Nazionale continua a funzionare e rimane tra i più efficaci; a 5 anni dalla diagnosi, il tasso di sopravvivenza italiano (86%) è più alto della media europea (83%). Per maggiori dettagli su incidenza e sopravvivenza del tumore al seno in Italia, vedi il nostro aggiornamento più recente