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Europa Donna

Screening prima dei 45 anni, l’ECIBC frena

Milano – I benefici dei programmi di screening mammografico rivolti alle donne sotto i 45 anni, prive di sintomi o familiarità, non superano i rischi. Motivo per cui la raccomandazione dell’European Commission Initiative Breast Cancer (ECIBC) ai Paesi membri è di non attivarli. La presa di posizione dell’ente responsabile delle linee guide europee giunge al termine di una vasta revisione sistematica degli studi di popolazione oggi disponibili.

 

“Le nuove linee guida non nascono dalla discussione tra gruppi di esperti ma si basano su una metodologia ben più accurata che ha valutato efficacia, costi, sostenibilità, effetti collaterali degli studi finora condotti” premette Livia Giordano, epidemiologa del Centro di Riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte e membro del comitato scientifico di Europa Donna Italia. Dall’analisi della letteratura scientifica finora disponibile non è emersa alcuna evidenza che i benefici dei programmi di screening tra i 40 e i 44 anni superino i rischi. Almeno per le donne senza sintomi e prive di parenti stretti che abbiano avuto un tumore al seno.

 

Nella fascia di età tra 50 e 69 anni – con il suggerimento di anticipare e prolungare di 5 anni il monitoraggio – la mammografia è un’arma efficace per ridurre significativamente la mortalità per questa malattia. Tuttavia, questo programma di sorveglianza non è privo di rischi e può portare alla sovradiagnosi cioè alla diagnosi e quindi al trattamento di un tumore che non avrebbe mai portato a conseguenze estreme. Ma anche a casi di falsi positivi, cioè immagini sospette alla mammografia che ai successivi esami di approfondimento si riveleranno innocue. Con le conseguenze psicologiche che ciò comporta.

 

Per questo motivo, vantaggi e svantaggi dei programmi di screening vanno valutati scrupolosamente: ciò che è efficace per le donne nella fascia di età in cui insorgono la maggioranza dei tumori potrebbe non andare bene prima o dopo. “I sistemi sanitari nazionali devono dotarsi di regole da seguire, basate sulle prove scientifiche e sull’analisi dei costi e benefici. Al contrario di quanto osservato nella fascia tra i 45 e i 74, oggi non esistono prove dell’efficacia dello screening mammografico per le donne tra i 40 e i 44 anni senza sintomi e familiarità” aggiunge Giordano, consigliando di aspettare la lettera d’invito del SSN oppure di consultare il proprio medico se si è intenzionate ad anticipare comunque la mammografia.

 

È una questione controversa, nella quale le esigenze della medicina di popolazione non sempre corrispondono a quelle della singola persona. Il programma di screening, infatti, è identico per tutte le donne, mentre la struttura delle mammelle e la storia familiare potrebbero richiedere controlli personalizzati in termini di fasce d’età, di frequenza dei controlli e di utilizzo di tecniche complementari alla mammografia” commenta Pietro Panizza, medico radiologo dell’ospedale San Raffaele di Milano, anch’egli nel comitato scientifico di Europa Donna Italia. “Le donne andrebbero informate” conclude Panizza.