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LA POSIZIONE DI EUSOMA SULLE PROTESI TESTURIZZATE

Firenze – In risposta all’attuale clima di incertezza e timore, la Società Europea di Senologia (Eusoma) ha pubblicato sulla rivista “The Breast” la propria posizione sull’associazione tra protesi mammarie e linfoma anaplastico a grandi cellule, di cui riportiamo di seguito la traduzione in italiano dell’abstract.

“Negli ultimi due decenni, il numero di protesi mammarie utilizzate nella chirurgia di riduzione del rischio, oncologica ed estetica è aumentato notevolmente grazie al miglioramento e alla confermata sicurezza di questi dispositivi. Dall’identificazione del primo caso di linfoma anaplastico a grandi cellule associato a protesi mammarie (BIA-ALCL), avvenuto 20 anni fa, il numero di segnalazioni di questa malattia estremamente rara è aumentato, evidenziando una chiara associazione con le protesi mammarie. Nonostante la maggior parte dei casi è localizzata e curata tramite la completa rimozione dell’impianto e dalla capsula, una piccola percentuale richiede chemioterapia. Il tasso di mortalità è molto basso. Le prove che associano BIA-ALCL alla superficie testurizzata degli impianti – poiché la maggior parte dei casi sono stati diagnosticati in pazienti con impianti testurizzati – ha sollevato  perplessità sulla sicurezza a lungo termine di questi dispositivi, con conseguente preoccupazione sia tra i pazienti sia tra le autorità regolatorie di tutto il mondo. Con la presente riassumiamo i risultati degli studi finora pubblicati sul legame tra BIA-ALCL e la superficie testurizzata degli impianti nonché riassumiamo le norme suggerite dalle agenzie nazionali dei farmaci e delle associazioni professionali di tutta Europa. Esse possono contribuire a una migliore comprensione e gestione di questa rara malattia, e in definitiva, a prevenirla. Concludiamo con le raccomandazioni di EUSOMA: le più recenti prove disponibili in letteratura non giustificano un cambiamento di  approccio nei confronti della chirurgia basata su impianti. Purché i pazienti siano adeguatamente informati sul rischio di BIA-ALCL”.